Matteo Renzi rischia la fine di Tsipras

È oziosa la domanda se Mario Monti sia l’espressione del complotto dei “poteri forti” europei contro i conati autonomistici dello Stato nazionale italiano. Il professore nominato in fretta e furia senatore a vita da Giorgio Napolitano per sostituire il Governo Berlusconi con un Esecutivo più allineato alle direttive di Bruxelles è semplicemente il terminale italiano dei “poteri forti” europei. E in quanto tale, se nel 2011 è stato con Napolitano l’esecutore del piano di normalizzazione dell’Italia in nome degli interessi esterni allo Stato nazionale, oggi è la spia che quegli interessi incominciano a nutrire per il Governo Renzi le stesse preoccupazioni che portarono alla defenestrazione del Governo del Cavaliere.

La faccenda è chiarissima. Ciò che non è affatto chiaro è come il Governo Renzi, che poggia anche sul partito fondato da Mario Monti (anche se questo partito si è sfaldato e gran parte dei suoi parlamentari si è infilata nel Partito Democratico), possa andare avanti ancora a lungo con la spada di Bruxelles brandeggiata sulla propria testa.

Il rischio che Matteo Renzi faccia la fine di Silvio Berlusconi non è peregrino. L’Europa di cui Monti è l’espressione ha bisogno di un’Italia allineata ed obbediente alle proprie direttive politiche ed economiche. Non può permettere che il nostro Paese esca dai binari prefissati, perché se mai dovesse farlo provocherebbe il crollo dell’intero edificio europeo e la nascita, sulle rovine, di almeno due Europe, quella del Nord e quella del Sud.

Fino ad ora l’unico strumento di difesa di cui il nostro Premier ha usufruito contro questa minaccia incombente è stata la sua insostituibilità. L’Europa di Monti se lo deve tenere perché non ci sono alternative possibili a Renzi. Ma quanto potrà durare questa condizione anomala di mancanza di alternative possibili all’attuale Premier? Ed è poi ipotizzabile che, di fronte ad una minaccia vera di riedizione aggiornata dell’operazione che portò all’eliminazione di Berlusconi, Renzi non pieghi la testa e non torni ad accucciarsi sotto l’ala protettrice della Cancelliera Angela Merkel?

Il gioco di Renzi è di cavalcare l’antieuropeismo montante in Italia per scavallare le amministrative di giugno e vincere il referendum autunnale. Ma non è detto che possa farlo. La crisi economica e politica europea potrebbe richiedere una normalizzazione italiana accelerata. E allora quale sarà la sorte di Renzi? Quella di Berlusconi o quella di Tsipras, il rodomonte bastonato e ridimensionato?

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:08