L’inutile polemica anti-Ue di Renzi

Nessuno discute che i tre miliardi dell’Unione europea alla Turchia servano ad impedire che i profughi siriani si incamminino in massa per la via balcanica con l’obiettivo di arrivare in Germania ed in tutti gli altri Paesi dell’Europa del Nord. Questo pedaggio agli interessi delle nazioni dell’area germanica costa all’Italia 280 milioni. Ma l’Ue ha annunciato fin dal dicembre scorso che questa cifra non verrà calcolata quando si tratterà di verificare se il nostro paese è riuscito a non superare la barriera del tre per cento del deficit. E di fronte a questa comunicazione non si riesce a comprendere perché mai il Presidente del Consiglio Matteo Renzi continui a polemizzare con il vertice dell’Unione europea parlando di “provocazioni” provenienti dalla Commissione guidata da Juncker e proclamando che “noi non prendiamo ordini dai palazzi di Bruxelles”.

Che a Renzi piaccia cavalcare a fini elettorali il risentimento antieuropeo serpeggiante lungo lo stivale è fuor di dubbio. Le amministrative si avvicinano e mettersi al vento degli umori popolari per chi è al governo e non ha troppi meriti concreti da vantare è sicuramente utile e comodo. Ma non può essere che a motivare la campagna anti-Bruxelles del Premier sia solo questa banale esigenza elettoralistica. Cosa vuole Renzi in cambio dei 280 milioni regalati alla Turchia per far contenta la Cancelliera Angela Merkel ed i capi degli altri governi del nord Europa?

A stare alla logica si dovrebbe pensare che Renzi potrebbe chiedere per l’Italia lo stesso sostegno dato alla Turchia per accogliere i profughi che vengono con i barconi dall’Africa ed impedire loro di sciamare verso l’Europa del Nord. Ma questa richiesta non è mai stata esplicitata dal governo italiano. E, anzi, il timore che sembra alimentare la furia polemica di Palazzo Chigi sembra essere la preoccupazione che i Paesi del Nord possano chiudere le loro frontiere e lasciare che Grecia, Italia e Turchia diventino, magari in cambio di qualche miliardo di aiuti, i campi di concentramento di tutti i migranti provenienti dal Sud.

Ma se questa è la preoccupazione vera di Renzi non è con la polemica quotidiana che si può cancellare il disegno di Merkel e compagni nordici. Bisogna eliminare il sospetto che la buriana serva semplicemente ad avere qualche allentamento al vincolo del tre per cento da spendere per fini elettorali e porre i Paesi del Nord di fronte alla constatazione che l’Italia non potrà mai essere l’equivalente della Turchia rispetto ai flussi dei profughi provenienti dall’Africa. Neppure venendo dotata di risorse adeguate. Perché i fermenti sociali e politici che ne deriverebbero sarebbero talmente forti da provocare l’instabilità di un Paese indispensabile per tenere sotto controllo l’espansione dell’Isis nel Mediterraneo.

Renzi, in sostanza, invece di polemizzare, dovrebbe sollecitare l’Ue ad intervenire al più presto in Libia per impedire la vittoria del califfato. Perché con l’Isis a Tripoli e a Bengasi non è la sola Italia ma l’intera Europa a rischio. Di invasioni e di guerra!

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:05