
Trai tanti pseudo-argomenti, che addurranno i sostenitori del “sì” al referendum costituzionale, uno è particolarmente malizioso, viepiù perché politicamente cruciale. Lo ha anticipato, da par suo, Aldo Grasso su “Oggi” (5/2016). Non so se egli sia pro o contro. Ma, forse, lo lascia intendere. Infatti, scrive tra l’altro: “Vendola con Gasparri, Civati con Giorgia Meloni, Berlusconi con Zagrebelsky, il diavolo e l’acqua santa. Sembra quasi che tutti siano impegnati a dire no senza sentirsi in colpa, ma avendo individuato un nemico comune, Matteo Renzi. Un po’ come fanno i bambini quando cominciano a capire che non si può dire di sì a troppa gente.” Così Aldo Grasso la butta malamente in politica, quella all’italiana. Il macroscopico equivoco, che però (attenzione!) risulta oltremodo efficace come propaganda, consiste nel far d’ogni “no” un fascio di antirenzismo. Tutti i Mali contro l’unico Bene. Infantile è chi lo crede.
La verità è che il “no” mette d’accordo non tutti gli anti-Renzi, ma tutti i contrari al suo “disegno deformatore” del genuino “governo rappresentativo”. Infantile, ancora, è chi crede che la combinazione tra italicum e modifiche costituzionali sia una mano santa per la democrazia italiana, un cambiamento che gl’Italiani, come sproloquia Renzi, aspettano da sempre: proprio quello (sic!). Ma non ci hanno ripetuto fino alla noia che la “condivisione” delle regole del gioco costituisce un bene? L’accordo nel rifiutarle sarebbe sbagliato? E che in materia costituzionale non esistono maggioranze e minoranze in senso governativo? Nell’Assembla costituente non sedevano fianco a fianco acerrimi avversari che discutevano il progetto della Carta repubblicana? Adesso gli elettori ed i loro esponenti politici e culturali, invece, non potrebbero schierarsi assieme da una parte senza apparire innaturalmente antirenziani.
Personalmente, da decenni (da Orazione per la Repubblica in poi) affermo, scrivo, documento che la nostra Costituzione non è né liberale nè la più bella del mondo e, quindi, schierandomi per il “no”, sono l’ultima persona sospettabile di volerla difendere. Io sono contro il “disegno deformatore” (italicum+riforma costituzionale) di Renzi per l’esiziale motivo che sovverte il principio democratico che la Costituzione stessa pone a base dell’intero ordinamento. Lo sto ripetendo e lo ripeterò fino al giorno del voto referendario. Il “disegno deformatore” conferisce necessariamente (con una disposizione peggiore della stessa Legge Acerbo che portò al consolidamento del fascismo), nel più che probabile ballottaggio, il governo nazionale ad una minoranza indeterminata dei votanti, assegnando ad essa un premio (di minoranza, non di maggioranza!) pur’esso indeterminato in seggi. Di fronte a questo sovvertimento della democrazia rappresentativa, persino gli altri obbrobri del “disegno deformatore”, quali il nuovo Senato, la Camera di nominati, eccetera, passano in second’ordine. Per un liberale, quale mi lusingo di essere senza aver mai dovuto cambiare opinione quanto a questo, opporsi a tale deturpamento, votando “no” al referendum anche per travolgere l’Italicum, non significa diventare nemico di Renzi e sodale di Vendola, ma restare amico della libertà assicurata dal sistema di governo rappresentativo.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:05