Ora il centrodestra  recupera sul M5S

I sondaggi sulle intenzioni di voto di questo fine settimana ci regalano la conferma di ciò che sosteniamo da tempo: se il Movimento Cinque Stelle cala, il centrodestra risale più o meno in eguale misura. Lo dicono i numeri presentati dall’Istituto Ixé che effettua le rilevazioni per conto della trasmissione televisiva di Rai 3 “Agorà”. La stima, aggiornata a ieri parla chiaro: il movimento di Beppe Grillo è dato al 25,2 per cento, con una flessione rispetto alla scorsa settimana del -0,8; Forza Italia sarebbe all’11,2 per cento, con un incremento rispetto al 15 gennaio scorso dello 0,5; la Lega Nord è stimata al 14,1 per cento, con un +0,6.

Riassumendo: i Cinque Stelle perdono lo 0,8 per cento mentre il centrodestra di Forza Italia e Lega Nord guadagna nel complesso l’1,1 per cento. Cosa vuol dire? Semplicemente che nella pancia grillina sono stipati gli elettori che un tempo votavano per la coalizione guidata da Silvio Berlusconi. Vuol dire pure che, dopo l’illusione fomentata dalle facce giovani e pulite dell’armata brancaleone grillina, la gente sta riappropriandosi della consapevolezza che non basta dirsi onesti per governare questo Paese: occorre ben altro.

Certamente, la vicenda di Quarto ha nuociuto moltissimo alla credibilità di Fico, Di Maio e soci. I giovanotti di grandi speranze si sono rivelati dei dilettanti allo sbaraglio nell’affrontare il primo tornante impegnativo del loro percorso politico. Ha ragione da vendere la signora Rosa Capuozzo, sindaca ex grillina dimissionaria della cittadina dell’hinterland napoletano, quando ha denunciato, senza peli sulla lingua, che i suoi ex compagni di partito sono scappati invece di combattere. Bella anche, e condivisibilissima, la citazione che la Capuozzo ha fatto ricordando le parole di don Milani: è inutile avere le mani pulite e poi tenerle in tasca. Ed è proprio ciò che hanno fatto i vertici “Cinque Stelle” messi di fronte allo spinoso tema di come amministrare un territorio resistendo alle pressioni della criminalità organizzata: hanno tenuto le mani in tasca. L’elettorato non è stupido. Va bene le professioni di onestà e trasparenza, ma il cittadino comune vuole sapere dalla classe politica come intenda operare per migliorare la qualità della sua vita e di quella della comunità alla quale appartiene. La risposta data a Quarto dai grillini, che è in linea con i comportamenti tenuti in alcune delle pochissime città amministrate da loro, è totalmente fallimentare.

Il centrodestra adesso ha un’occasione d’oro per dimostrare ai suoi vecchi elettori delusi che buon senso, raziocinio, attitudine negoziale, capacità di sintesi, esperienza, in politica restano pregi importanti e non difetti di cui sbarazzarsi. L’idea di farla pagare allo scorretto Renzi è forte, ce ne rendiamo conto. Tuttavia, questo è il momento di tenere i nervi a posto e di non sprecare tempo ed energie per correre dietro alle sue astute manovre propagandistiche. Ora è essenziale buttarsi a capofitto a recuperare voti dal M5S: il gap che divide il centrodestra dal partito renziano della nazione è ancora sequestrato da Grillo. Se domani si vorrà sconfiggere la disgustosa marmellata di potere rimescolata da Renzi bisognerà preventivamente prosciugare i pozzi elettorali dei Movimento Cinque Stelle. Il turno primaverile delle elezioni amministrative è la circostanza propizia per farlo. Fin quando ciò non accadrà, la battaglia della destra sarà destinata a concludersi con una nuova sconfitta. E questa povera Italia tutto merita fuorché di dover sopportare per altri cinque anni un campione di frottole di dimensioni galattiche qual è Matteo Renzi.

Vederlo sfilare trionfante per le vie di Roma sopra il cocchio della vittoria trainato dalla pariglia di somari del Ncd e dell’Ala verdiniana, ci fa contorcere le budella. Berlusconi, Salvini, Meloni e Fitto consultino pure gli oracoli, se vogliono, ma lo facciano in fretta. C’è un lavoro da fare che non può più attendere.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:04