Il collasso sistemico dell’Italia

La situazione che sta vivendo il nostro Paese è a dir poco surreale. Mentre crollano in modo verticale le quotazioni dell’intero comparto bancario nazionale, con perdite mai viste neppure ai tempi dell’attacco alle Torri Gemelle, c’è un irresponsabile bulletto il quale, dopo aver devastato i già traballanti conti pubblici, sta ingaggiando un ridicolo braccio di ferro con le istituzioni europee. Braccio di ferro basato sul nulla, dato che i principali problemi dell’Italia sono tutti interni al Bel Paese. Problemi sistemici di cui le turbolenze bancarie di questi ultimi giorni rappresentano solo una delle tante appendici. A tal proposito occorrerebbe segnalare all’uomo di Palazzo Chigi, artefice di una sorta di catastrofica linea politica dell’autoinganno collettivo, che il livello delle sofferenze che stanno affossando le banche italiane è il triplo di quello riguardante la media europea: circa 370 miliardi, considerando anche i cosiddetti crediti incagliati.

Mi sembra evidente, al di là delle chiacchiere di una democrazia di Pulcinella che oramai vive da tempo ben oltre i confini della realtà, che numeri tanto impietosi denotano la condizione fallimentare di uno Stato che si regge in piedi, checché ne dicano i tanti sovranisti in circolazione, solo grazie all’Euro e alla Banca centrale europea di Mario Draghi.

In estrema sintesi, mi sembra altrettanto evidente che i record che vanta l’Italietta renziana delle balle spaziali sono tutti negativi, a cominciare dall’indebitamento complessivo dell’intero sistema Paese. Un indebitamento che, come i pochi veri liberali che vivono in queste lande disperate sostengono da decenni, rappresenta il portato di due fattori di base: l’eccessivo controllo e redistribuzione delle risorse operato dalla politica e il conseguente depauperamento dei principali fattori produttivi del Paese. Per dirla con una battuta, in Italia si banchetta sempre di più e si produce sempre di meno. Ma come dimostra il caso delle colossali sofferenze bancarie, alla fine i nodi vengono inesorabilmente al pettine.

Aggiornato il 09 aprile 2017 alle ore 19:36