Iran, le sanzioni cadute e la nuova Monaco

La speranza è che la fine delle sanzioni all’Iran scateni una tale ripresa economica ed ondata di benessere nel Paese erede dell’antico impero persiano da provocare nel tempo la fine del regime teocratico e totalitario komeinista e l’avvento di un sistema di governo democratico d’ispirazione laica.

Ma sbaglia chi, in nome dei commerci e degli affari da poter realizzare dopo la fine delle sanzioni, si limita a coltivare questa speranza inneggiando ad uno scontato e radioso futuro per l’Iran, per il Medio Oriente e per il mondo. Su questo ottimismo diffuso a piene mani dai governi europei e da quello Usa pesa un dubbio che non può essere cancellato aprioristicamente ma che è destinato a gravare come una drammatica spada di Damocle sull’intero futuro percorso delle relazioni tra Europa, Usa ed Iran.

La fine delle sanzioni a Teheran è una garanzia di pace o l’avvio di un processo destinato inevitabilmente e nel giro di pochi anni a sfociare in una guerra di dimensioni talmente ampie da stravolgere l’intero Medio Oriente e gran parte del Mediterraneo?

Sollevare un dubbio del genere non significa schierarsi pregiudizialmente contro la politica mediorientale e mediterranea del Presidente Barack Obama, mettersi dalla parte dell’Arabia Saudita e degli emirati, puntare sulla fazione sunnita e condividere acriticamente le preoccupazioni di Israele. Significa, molto semplicemente, bilanciare l’entusiasmo per la speranza di pace con il timore suscitato dal dubbio che la rinuncia alle sanzioni costituisca l’annuncio di una inevitabile corsa accelerata verso la guerra.

La scelta di Obama, condivisa dalle Cancellerie europee, di dare credito al regime komeinista mette con le spalle al muro in primo luogo l’Arabia Saudita, che non può più contare sul sostegno americano per bilanciare le spinte egemoniche di Teheran. E condanna Israele a prepararsi alla guerra preventiva da scatenare nel momento in cui, sempre che il komeinismo non scompaia affogato nel nuovo benessere, i governanti iraniani saranno entrati in possesso di quell’arma atomica con cui poter distruggere lo stato ebraico provocando un olocausto nucleare.

Il dubbio, in sostanza, è che i festeggiamenti per la fine delle sanzioni siano come quelli per gli accordi di pace di Monaco tra le democrazie europee ed il regime nazista. Si festeggia la pace e non ci si accorge che la guerra è addirittura anticipata!

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:59