
Il fronte del “no” alla riforma costituzionale di Matteo Renzi non può in ogni caso essere trasversale ed unito in un unico schieramento. C’è una differenza profonda ed insuperabile tra chi vuole bocciare la modifica del bicameralismo perfetto in nome della difesa ad oltranza dell’intangibilità della “Costituzione più bella del mondo” e chi pensa che quella Costituzione sia ormai superata ma che la trasformazione voluta dal Premier sia profondamente sbagliata e drammaticamente pericolosa. Questa differenza impone che la sinistra radicale faccia la sua partita tirando in ballo la nostalgia per il modello disegnato agli albori della democrazia repubblicana ma che le diverse componenti del centrodestra giochino la loro escludendo ogni forma di nostalgia, motivando il proprio “no” con la denuncia dell’involuzione autoritaria contenuta nel progetto del regime renzista ed evitando qualsiasi forma di collaborazione e di trasversalismo con i “nemici a sinistra” del Presidente del Consiglio.
Naturalmente l’obiettivo politico dei due schieramenti è lo stesso: la sconfitta di Renzi e del suo tentativo di trasformare il referendum in un plebiscito trionfalistico sulla sua persona di “Uomo della Provvidenza”. Ma oltre alle motivazioni anche i percorsi debbono rimanere nettamente separati. Perché mentre la strada della sinistra radicale passa attraverso la rottura irrecuperabile e definitiva del vecchio fronte ulivista, quella degli antirenziani moderati diventa necessariamente la strada della ricomposizione del centrodestra e del suo allargamento a tutte le forze decise a difendere la democrazia liberale dal rischio della deriva autoritaria.
Il fatto che la sinistra radicale sia partita di slancio nella campagna referendaria dando subito vita al proprio comitato del “no” non deve spingere le diverse componenti del centrodestra a cercare di inserirsi in qualche modo nell’operazione dei nostalgici della “Costituzione più bella del mondo”. Queste componenti sono ancora divise e conflittuali tra di loro ed il “no” alla riforma renziana è il solo mastice con il quale nel corso dei prossimi mesi sarà possibile ricostruire la vecchia unità e dare vita ad una nuova alternativa possibile e credibile al regime del Premier.
Il tempo per far maturare le condizioni per il superamento delle divisioni c’è tutto. L’importante è che non venga sprecato per inutili interessi personalistici!
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:05