Guerra di civiltà: spettro sull’Europa

Con il passare dei giorni si fa strada un’altra verità sulla terribile notte di Capodanno. Episodi di aggressione di massa, da parte di soggetti di etnia araba e nordafricana, sono avvenuti anche in altre città della Germania e degli Stati limitrofi. Ad Amburgo sono segnalate 70 denunce simili a quelle presentate alle autorità di polizia di Colonia. Appare evidente che i raid anti-donne a base di violenze, molestie, rapine, stupri, organizzati dagli immigrati non siano frutto di sfortunata casualità. Dietro si scorge una regia spettrale che lega le ultime “prodezze” agli attentati che hanno inondato di sangue la Francia nel 2015. Come a Parigi, anche in Germania e dintorni compare la mano dell’estremismo islamico.

Nella logica dello scontro di civiltà, per ottenere lo scopo, non è sempre necessario uccidere. Se l’obiettivo è incutere paura anche una notte di caccia sessista può produrre gli effetti desiderati. Si terrorizza la gente comune costringendola a starsene rintanata in casa. In questi giorni orribili sta passando il messaggio che non si può essere più sicuri quando si esce per andare a teatro, a cenare al ristorante o semplicemente ad affollare una piazza per festeggiare il nuovo anno. Se si continua di questo passo altre minacce si aggiungeranno che spingeranno le persone a disertare i luoghi pubblici: oggi i divertimenti notturni, domani magari i luoghi di preghiera o gli spazi dove si pratica la democrazia. Un bello scenario, non c’è che dire! Ma perché sta accadendo tutto nel cuore dell’Europa che conta, ma non Italia? Eppure di immigrati di dubbie intenzioni non mancano anche a casa nostra. Una risposta plausibile potrebbe ritrovarsi nella migliore qualità dei nostri apparati di sicurezza.

Non v’è dubbio che dagli episodi riscontrati venga fuori lo sconfortante grado di impreparazione della polizia tedesca. Verrebbe da dire che i nostri cugini d’oltre frontiera fanno tanto i gradassi sulla migliore qualità delle loro società, salvo a dover ammettere, a denti stretti, che le cose in Italia quando si vuole vanno meglio che altrove. Anche la protezione dei cittadini. Tuttavia, questa spiegazione non basta. C’è dell’altro. Probabilmente, nella sapiente tessitura che i nostri nemici stanno cucendo, l’Italia, di là dalla propaganda mediatica sulla prossima conquista di Roma, è tenuta volutamente al riparo perché il governo di Matteo Renzi si è opposto ai piani di un’offensiva bellica europea. La Francia ci aveva chiesto aiuto per bombardare il califfato in Siria ma Renzi si è defilato. In Libia, dove l’Is cresce a vista d’occhio, Palazzo Chigi si è rifiutato di prendere alcuna iniziativa concreta sul piano militare nonostante gli alleati glielo avessero chiesto. Come si sa, l’Italia accoglie e permette a chiunque di transitare sul proprio territorio.

Prende a bordo tutti: buoni e cattivi. E questo, per chi persegue la strategia dell’infiltrazione del territorio nemico, è un vantaggio prezioso che non va sciupato con improvvide azioni terroristiche. Ora attendiamo che le autorità tedesche riescano a catturare i responsabili e i partecipanti a quella che potrebbe essere definita un’edizione aggiornata della “notte dei Cristalli” nazista. Una volta presi ci si augura che le quinte colonne dell’estremismo islamico vengano trattate come meritano: da agenti di un’entità in guerra contro la nostra civiltà. Per loro nessuna indulgenza: si applichino le norme previste dal diritto guerra. Altro che iPod e sussidi dal welfare! Gli autori delle violenze devono essere internati in apposite strutture detentive almeno fin quando non sarà conclusa la campagna d’annientamento del nemico in Medio Oriente e in Africa. Dirlo mette i brividi ma è giunto il momento di pronunciare verità scomode. Il tempo delle mezze misure è finto e le ipocrisie buoniste adesso potrebbero farci molto male.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:03