
Ci sarà un nuovo Family Day, ma la legge sulle unioni civili verrà comunque alla luce grazie al sostegno esterno che in Parlamento arriverà al Partito Democratico da parte di Sel e del Movimento Cinque Stelle. La previsione non è solo facile ma addirittura scontata. Ed è su questa previsione che poggia la certezza che Matteo Renzi ha dato all’annuncio che l’inizio del 2016 sarà segnato dall’approvazione della legge sulle unioni civili. A frenarlo non è la notizia che il Family Day verrà sostenuto anche dai vescovi italiani visto che i prelati non votano in Parlamento e che i cattolici presenti nella maggioranza non arriveranno mai a mettere in discussione il governo che garantisce loro la continuità della legislatura e dei loro stipendi. E non sono neppure le prese di posizione di Angelino Alfano che, come è già avvenuto in passato ed è destinato ad avvenire nel prossimo futuro, non si trasformeranno mai in un qualche effettivo scossone della stabilità governativa. Il leader del Nuovo Centrodestra abbaia ma non morde perché sa benissimo che qualsiasi morso alla maggioranza sarebbe in realtà rivolto a se stesso.
La certezza di Renzi che grazie ai voti di Sel e dei grillini riuscirà a portare a casa anche la legge sulle unioni civili pone, però, un problema politico di grande rilevanza per il resto della legislatura. Il Premier, alla luce di quanto è avvenuto per l’elezione dei giudici costituzionali e di quanto potrà avvenire per le unioni civili, può contare su una doppia maggioranza. Quella con i transfughi del Pdl, verdiniani ed alfaniani, e quella con il Movimento Cinque Stelle. Non si tratta di una riedizione della classica politica dei due forni di andreottiana memoria. Siamo, semmai, al rilancio del trasformismo come strumento di conservazione del potere personale. Il ché, nell’ottica renziana, è un grande vantaggio. Ma nell’ottica di chi si presta a questo gioco potrebbe rivelarsi un rischio decisamente elevato. Sel può sempre giustificarsi accampando la sua collocazione nella sinistra. Ma come possono i grillini difendersi dall’accusa di essere diventati la stampella di Renzi quando svolgono oggettivamente questa funzione in maniera nient’affatto nascosta?
La conseguenza di un interrogativo del genere è che l’immagine di unica forza alternativa su cui Grillo e Casaleggio hanno puntato negli anni passati diventa oggettivamente debole. Di quale alternativa si parla quando i grillini si prestano a togliere le castagne dal fuoco a Renzi nei passaggi più difficili della legislatura? Il Movimento Cinque Stelle, in sostanza, rischia di essere schiacciato dall’accusa di essersi convertito al neo-nazarenismo. E di averlo fatto per pura insipienza! Quale occasione migliore per il centrodestra di ricostruire l’immagine di unica forza alternativa al regime renzista?
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:08