Cumpà, ma’ daje ‘na vacca?

Raccontiamo una storia che ha dell’incredibile. Vorremmo che non fosse vera, purtroppo lo è. Ceranova, un piccolo comune di 1800 anime della provincia nord- orientale di Pavia. Un paese tranquillo, poco avvezzo alla ribalta mediatica ma che oggi, suo malgrado, fa notizia. Ceranova ospita da alcuni mesi un gruppo di 26 immigrati clandestini. Non li ha scelti, non li ha chiamati, semplicemente se li è visti imporre dal piano nazionale di ripartizione dei “profughi” del ministero dell’Interno. Non avendo spazi pubblici idonei per contenerli il Comune, in accordo con una cooperativa, ha ospitato l’allegra combriccola di clandestini in una villa bifamiliare dotata dei necessari comfort.

Non vi sarebbe nulla di strano in questa storia di ordinaria follia dell’Italia buonista se non fosse che i gentili ospiti dell’abitazione di lusso, l’altro giorno, sono scesi in piazza inscenando un sit-in di protesta con tanto di blocco stradale e di immondizia rovesciata per le strade. Motivo della mini-rivolta: lo Stato, ha sì provveduto a dargli un tetto, e che tetto, ma ha trascurato di fornire servizi essenziali come la copertura wi-fi per i collegamenti internet e un addetto alle pulizie dell’abitazione. Non è uno scherzo, avete inteso bene: protestano perché non hanno la colf. Ora, la prima reazione sarebbe quella di rispedirli da dove sono venuti non con un comodo volo di linea ma a calci nel sedere. Ragionandoci su, bisogna ammettere che non è tutta colpa loro. La responsabilità più grande per l’accaduto ai confini della realtà resta in capo a questo governo e alla sua filosofia buonista che intreccia arroganze ideologiche con interessi criminali. In fondo, gli sgraditi ospiti non fanno altro che assecondare una certa natura umana che aspira a evolvere sempre la propria condizione.

Se i primitivi si fossero accontentati delle caverne non avrebbero tentato l’avventura della vita sulle palafitte. Allo stesso modo, ai clandestini di Ceranova non basta il bifamiliare se poi lo devono tenere in ordine da loro. Il problema dunque rimbalza a monte. Gli immigrati accolti dovrebbero starsene tranquilli in strutture di raccolta, poste a distanza di sicurezza dai centri urbani. Invece, sono sparsi tra alberghi a quattro stelle e abitazioni di lusso. A voi sembra normale? Fortuna che siamo in prossimità del Natale e l’attenzione dell’opinione pubblica è distratta da altre incombenze, altrimenti l’episodio di Ceranova avrebbe potuto innescare una pericolosissima reazione sociale. In Italia, al momento, ci sono oltre quattro milioni di poveri assoluti, c’è gente che non ha più la casa e vive sotto i ponti e nei cartoni sistemati sui marciapiedi delle grandi città, le mense più frequentate sono quelle della Caritas.

Per tanti questo Natale sarà un giorno triste. Eppure, in totale dispregio di una tragedia nazionale che tocca il cuore e l’onore degli italiani, questo governo scriteriato ha permesso l’insulto di Ceranova. Sarebbe bene che Matteo Renzi facesse al più presto le valige e sloggiasse da palazzo Chigi perché, con il suo agire politico, sta creando le condizioni ideali per lo scoppio di una rivolta, vera, degli ultimi di casa nostra, quelli dimenticati o cancellati dal fantasioso storytelling dell’Italia-che-cresce, da lui stesso parodiato. La miseria non è una categoria dello spirito ma un fatto di somma ingiustizia sociale non più tollerabile, che si sta consumando ai danni di tanta nostra brava gente. Altro che buon natale e felice anno nuovo: cari Renzi e Alfano l’unico augurio che meritate è che il tacchino, la sera della Vigilia, vi vada di trasverso per tutto il male che state facendo a questa sciagurata Italia.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:11