Forza Italia faccia il suo mestiere

Dovrebbe sapere, il senatore Paolo Romani, che dare dello “stronzo” al Presidente del Consiglio come pare lui abbia fatto è un complimento, non un insulto. Perché l’agire politico, spogliato degli ideali e dei valori che dovrebbero esserne presupposto, si riduce a tatticismo di piccolo cabotaggio.

Sotto questo riguardo, Matteo Renzi è un campione di spregiudicatezza. Come altro si potrebbe definire un soggetto che riesce a fare l’asso pigliatutto al potere grazie al consenso comprato di quelli che uno ieratico Walter Veltroni avrebbe definito “esponenti della parte avversa”? Renzi fa il gallo sull’immondizia che gli ha gentilmente donato il centrodestra. Ci si lamenta, in casa forzista, della fregatura rimediata sulla questione dell’elezione, di pertinenza parlamentare, dei tre giudici della Consulta. Dopo mesi di tira e molla i “democratici” si sono accordati con i “Cinque Stelle” e i soliti “centristi” di conserva per fare le scarpe al centrodestra. Perché stupirsi? Anche un bambino avrebbe capito fin da subito dove Renzi e il suo “giglietto magico” sarebbero andati a parare: sulle nomine istituzionali tenere a bagnomaria Forza Italia e poi, al momento opportuno, lasciarla a bocca asciutta. È il modello “Nazareno” che ha funzionato alla grande in occasione dell’elezione del Presidente della Repubblica. Come nel calcio, anche in politica: schema vincente non si cambia.

Ora, il problema è tutto in casa Forza Italia. Piuttosto che tirarsi a vicenda stracci intinti nel liquame, i dirigenti azzurri farebbero bene a concentrarsi su come si possa trasformare il veleno in farmaco. Renzi, per Romani, è uno “stronzo”. Bene! Allora si agisca di conseguenza. Si decida una buona volta di fare un’opposizione seria, degna di questo nome. Senza sconti o inopportune timidezze. I fatti dimostrano che con questo Partito Democratico gli accordi funzionano solo se sono patti leonini, dove a guadagnare tutto è una parte mentre l’altra è destinata a perdere, per contratto. Si può accettare una simile sudditanza psicologica? Altro che sindrome di Stoccolma! A furia di prenderle si corre il rischio che gli elettori di Forza Italia inizino a sospettare che ci sia sotto dell’altro, d’inconfessabile. Non lo dicono i maligni ma una seria e stimata parlamentare qual è Laura Ravetto. Nel corso di un dibattito televisivo (Omnibus su La7), la parlamentare azzurra ha fatto intendere che l’eccesso di mediazione di taluni dirigenti nasconda interessi personali. Un’accusa grave che deve essere smentita non a chiacchiere ma per fatti concludenti.

I “moderati” del partito di Berlusconi insistono nel dire che con le prove muscolari non si ottiene nulla. Ma se uno ti molla uno sganassone e poi un calcio negli stinchi non puoi startene fermo a buscarle dicendo, come farebbe Totò, “e che mi chiamo Pasquale, io?”. Non si può essere guerriglieri a vita, d’accordo, ma viene un momento nel quale la difesa attiva, senza esclusioni di colpi, feroce, che non fa prigionieri, diventa un dovere per la sopravvivenza.

Renzi ha dimostrato di essere una macchina schiacciasassi, per fermarlo bisogna cominciare a lanciargli qualcuno di quei sassi cercando di centrarlo. È invulnerabile il nostro Premier? Non lo era il prode Achille, figurarsi se lo è il giovanotto fiorentino. Sulla questione della Banca Etruria, ad esempio, la puzza delle malefatte consumate dei compagnucci della parrocchietta del giglio magico arriva lontano. Che si aspetta a presentare al Senato la mozione di sfiducia al governo? Se non volete farlo per voi, cari senatori di Forza Italia, fatelo per quei poveracci dei vostri elettori; dategli almeno la soddisfazione di vedere “sputtanato” il Premier e la sua ministra del cuore in pubblica assemblea. Hanno i voti per salvarsi, si dirà. E con questo? Non togliete agli italiani il sadico piacere che può dare lo spettacolo di Renzi, lo spaccone, salvato dai voti di Denis Verdini e soci. Fuori gli attributi, per Dio!

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:12