L’appello a sinistra che vale per il centrodestra

La sinistra italiana non vuole seguire l’esempio francese dove le divisioni presenti nel fronte progressista hanno provocato la sconfitta dei socialisti di Hollande e di tutte le altre formazioni post-comuniste. Per questo i sindaci di Milano, Genova e Cagliari, rispettivamente Giuliano Pisapia, Marco Doria e Massimo Zedda, hanno lanciato un appello all’unità di tutte le forze di sinistra da realizzare in occasione delle elezioni amministrative della prossima primavera. Questo appello, ovviamente, riguarda Pd, Sel e formazioni minori della galassia post-comunista italiana ma è chiaramente indirizzato al solo Matteo Renzi. A quest’ultimo viene esplicitamente chiesto di rinunciare alla sua idea del “Partito della Nazione” e di puntare sulla federazione delle sinistre di stampo ulivista per non perdere le elezioni e continuare a governare le principali città italiane.

In attesa della risposta di Renzi, sempre che venga, è doveroso considerare che anche per il versante opposto del centrodestra sarebbe necessario lanciare un identico appello all’unità. La lezione francese non indica solo che la sinistra divisa perde. Dimostra anche che se il centrodestra non fosse diviso tra la Le Pen e Sarkozy potrebbe contare una su una larga maggioranza e governare l’intero Paese.

Questo appello all’unità non dovrebbe essere diretto solo alla Lega, a Fratelli d’Italia ed a Forza Italia, che hanno già dato vita ad una alleanza in vista delle prossime amministrative. Andrebbe indirizzato soprattutto a quelle forze moderate che si sono poste in una posizione centrale e che pensano di poter aiutare Renzi a modificare in senso moderato il Dna del Partito Democratico e di gran parte della sinistra italiana.

A differenza della Francia, dove la destra lepenista non è mai stata alleata con i gollisti ed insieme non hanno mai governato il Paese, le forze moderate sono già state unite ed hanno già governato l’Italia per gran parte dell’ultimo ventennio.

In Italia, in sostanza, l’unità del centrodestra non è un’utopia ma una possibilità concreta ed attuabile. Sempre che quella parte del centro si convinca che continuare a tenere divisa l’area moderata non serve ad aiutare Renzi a trasformare il vecchio Pd in una sorta di riedizione della Democrazia Cristiana, ma solo a creare le condizioni per far vincere o la sinistra ricompattata su posizioni estreme o i dilettanti allo sbaraglio rappresentati dal Movimento Cinque Stelle.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:14