
Matteo Renzi cerca di reagire alla riaggregazione del centrodestra ed alla nascita del nemico a sinistra formato da Sel e fuoriusciti dal Pd con la formula degli “opposti estremismi” cara alla Democrazia Cristiana della Prima Repubblica. Quella formula grazie alla quale la “Balena bianca” di allora ebbe la possibilità di mantenere saldamente il centro della scena politica del Paese, conservandola anche durante gli anni del consociativismo con il Pci fondato sulla teoria dell’“arco costituzionale”.
Ma la formula degli opposti estremismi, avallata dai grandi media appiattiti sul renzismo garante degli interessi dei grandi gruppi economici e finanziari, non è facilmente riproponibile nelle condizioni attuali. Non solo perché gli estremismi di allora erano rappresentati da frange estremiste di sinistra e di destra che si ponevano entrambe fuori dal sistema ed usavano le armi ed il terrorismo per marcare la propria presenza. E oggi l’unica forma di violenza presente nel Paese è solo quella dei centri sociali, che sfocia nel terrorismo solo quando si tratta di colpire l’Alta Velocità. Ma soprattutto perché la Democrazia Cristiana di allora era un partito di massa strutturato e radicato in una società che rimaneva nella sua stragrande maggioranza cattolica, mentre il Partito della Nazione, che nei piani di Renzi e dei suoi sostenitori dovrebbe prenderne il posto, non è né strutturato né radicato sul territorio, né rappresentativo di larghi settori della società nazionale.
Nessuno esclude che, come avvenne nel passato, qualche “manona o manina” possa cercare di alimentare artificiosamente gli opposti estremismi. La madre degli imbecilli e di chi si lascia infiltrare per interesse è sempre incinta. Ma neppure gli sforzi più grandi possono riesumare il clima di guerra civile degli anni Sessanta e Settanta. Anche perché una guerra è già in atto ed è quella che si sta svolgendo nel Mediterraneo tra l’estremismo islamista ed il resto del mondo e che minaccia di coinvolgere a breve il nostro Paese.
Ma non è solo la sostanziale assenza degli opposti estremismi a rendere impraticabile il disegno di Renzi. Il motivo principale è che il suo Partito della Nazione è una realtà presente nel Parlamento e nei centri economici e finanziari, ma non ha alcun radicamento serio in un Paese dove il collante cattolico è sempre meno forte ed incisivo. In queste condizioni, il Partito della Nazione ha una sola possibilità di affermarsi. Quella di sfruttare la sua presenza parlamentare per imporre, con la copertura dei media fiancheggiatori, una svolta autoritaria. Ma questo vantaggio temporaneo è il limite maggiore del renzismo.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:15