La Marianna che la   va in campagna

Orietta Berti cantava “O Dio mio che fai fiorir le rose, fammi trovare un marito a tutte queste tose”. Era la canzone “La Marianna”, quella “che la va in campagna quando il sol tramonterà”.

Nonostante per molti lo meriti sul serio, la nostra Marianna Madia in campagna non c’è andata e si è invece ritrovata, senza fare una rilevante gavetta, sullo scranno di ministro della Pubblica amministrazione.

Disattendendo i precetti della grande Orietta, poi, secondo i più maliziosi, la Marianna il marito lo ha trovato, ma solo dopo aver fatto la “tosa” di qualche figlio di persona importante, giusto il tempo di scalare rapidamente i gradini della politica anche grazie all’aiuto dell’antica amicizia tra il di lei padre e Walter Veltroni.

Da qui cominciò la fulgida carriera della ministra, costellata di panzane infernali e di gaffe tragicomiche. Come quando, alla domanda sul perché il Partito Democratico l’avesse candidata, ebbe l’ardire di rispondere: “Per portare in dote la mia straordinaria inesperienza” o come il mitico commento a caldo sulla sua nomina a ministro, che diventò virale sul web : “Non me l’aspettavo, stavo guardando Peppa Pig in tv con mio figlio”.

Per non parlare poi della famosa riunione con il ministro sbagliato (Zanonato), incisa a caratteri cubitali nella storia della politica italiana, il quale ascoltò le lagnanze della giovane collega sul mondo del lavoro, sui giovani e sul precariato per poi esclamare: “Di questo avresti dovuto parlare con il collega del Lavoro, Enrico Giovannini. Le mie competenze non sono specificamente destinate alle politiche dell’occupazione”. E lei, stupita: “Ma non sei te che ti occupi di lavoro?”. A quel punto Zanonato, prendendola sottobraccio e portandola alla finestra, amorevolmente le indicò il ministero del Lavoro: “È dall’altra parte. Hai sbagliato indirizzo”.

Oggi invece la nostra Marianna è cresciuta, è diventata donna, si è calata nel suo ruolo di ministro con piglio deciso, grinta da vendere, faccia intelligente e con intransigenza ministeriale ha ringhiato in un convegno organizzato da Rete Imprese Italia: “Un dipendente pubblico che dice che va a lavorare e poi non ci va deve essere licenziato”. Ha poi aggiunto una considerazione profonda ed originale: “Un luogo comune di cui dobbiamo liberarci è che tutti i dipendenti pubblici sono fannulloni: non è vero”.

Perbacco, bella questa crociata contro i fannulloni direbbe uno smemorato. Peccato che, al suo insediamento, la nostra brillante Marianna si scagliò contro il Governo Berlusconi, reo di aver attaccato i poveri cristi di dipendenti pubblici mentre era sua precisa intenzione prendere di mira i dirigenti della Pubblica amministrazione cominciando dall’alto, da quelli potenti. I dirigenti pubblici non sono stati toccati ed anzi continuano a fare i padroncini della P.A. (la cronaca giudiziaria ne è fulgido esempio), mentre la Madia si impegna nella scoperta dell’acqua calda parlando di provvedimenti (il licenziamento degli assenteisti) e dimostrando di non sapere che il decreto legislativo n. 150 del 27 ottobre 2009, che attua la legge n. 15 del 4 marzo 2009, regola tutte le categorie di infrazioni che comportano il licenziamento dei dipendenti pubblici, compreso l’assenteismo.

Paradossalmente è proprio la Legge Brunetta che qualcuno suggerì alla nostra Marianna di criticare aspramente, nonostante ne ignorasse il contenuto onde poi riproporla senza nemmeno sapere ancora una volta di cosa si tratti. La Marianna la vada in campagna. Che è meglio.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:14