Mannino ed il   sillogismo giustizialista

L’aspetto più bizzarro dell’esito della vicenda processuale di Calogero Mannino è la pretesa della Pubblica Accusa di trasformare un’assoluzione in una condanna. Poiché Mannino è stato assolto “per non aver commesso il fatto”, sostengono i Pubblici ministeri ed i giustizialisti in servizio permanente effettivo, vuol dire che il “fatto” esiste ed è stato dimostrato. E visto che questo “fatto” consiste nella famosa trattativa tra Stato e Mafia, la conclusione del sillogismo è automatica. Cioè la trattativa tra mafiosi e politici, carabinieri e pezzi vari delle istituzioni c’è stata ed è stata provata nelle aule di Giustizia.

Naturalmente come ogni sillogismo anche questo presenta una falla. Che è costituita dalla considerazione che la sentenza di assoluzione di Mannino toglie alla presunta trattativa il personaggio che a stare all’accusa avrebbe dovuto esserne il primo ed il principale artefice. Insomma, la trattativa c’è ma manca quello che avrebbe dovuto realizzarla. Ma neppure una falla del genere frena la pretesa di trasformare una assoluzione che smantella un teorema in una condanna che conferma il teorema stesso. E, soprattutto, neppure la considerazione che a termini di sentenza non sia stato Mannino ad avviare la trattativa (evidentemente partita da sola), appare in grado di fermare la decisione dei Pubblici ministeri di Palermo di continuare ad andare avanti nella loro intenzione di riscrivere la storia d’Italia nelle aule giudiziarie, per dimostrare che questa storia è solo ed esclusivamente la storia della mafia.

Non importa se i processi contro Mannino sono iniziati nella prima metà degli anni Novanta e hanno portato l’ex esponente politico a subire una lunga detenzione preventiva più volte giudicata ingiustificata. Come ha spiegato l’ex Pubblico ministero Antonio Ingroia, che contano quasi trent’anni di processi ed un anno di carcerazione preventiva di uno che “non ha commesso il fatto” di fronte all’esigenza di ricercare la verità? Per cui in nome della “verità” i magistrati presenteranno appello alla sentenza, ci saranno nuovi processi e tutto andrà avanti come sempre sulla pelle di un innocente ed alla faccia di un Paese che avrebbe tutte le ragioni per incominciare a chiedere una riscrittura della propria storia fatta dagli storici e non dagli invasati!

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:17