Il problema in Italia sono proprio i giudici

I magistrati italiani non rispondono di niente, tantomeno di ciò che fanno e, come dimostrato in questi giorni, rifiutano qualsivoglia critica desiderando continuare a fare ciò che gli pare. Sostanzialmente a spadroneggiare.

Lo scontro tra le toghe e il governo, secondo cui le prime si lagnerebbero con il secondo di sentirsi delegittimate, è una sceneggiata, l’ultima di una lunghissima serie, perché tutto rimanga come è. I magistrati fanno finta cioè di avercela a morte con il governo, si ricordi illegittimo perché mai eletto, accusandolo di essere più attento alle intercettazioni che alla mafia. L’illegittimo al governo, Matteo Renzi, risponde irritato che i giudici non faranno mai autocritica. Tutto resta com’è, come prima. Nulla cambia, “arricchito”, se si può dire così, dell’ultima trovata per fare entrambi, magistrati e governo, un po’ di teatrino e molta pubblicità.

I giudici italiani, forti del fatto di ricevere, indipendentemente da ciò che realmente fanno o combinano, lo stipendio pubblico a fine mese, cioè i soldi degli italiani, rifiutano non solo critiche per continuare a spadroneggiare, ma qualsivoglia riforma che abbia davvero questo nome. Prima schierati contro Silvio Berlusconi che, come è noto, voleva riformare l’ordine giudiziario, e per questo l’hanno incastrato alla grande, conservando per sé i privilegi insensati e ingiustificati di cui hanno goduto e godono da sempre. Successivamente è arrivato il bluff-Renzi al governo illegittimo, il quale ha cercato ridicolmente di fare finta di ridurre le loro ferie, introducendo una difficilissima al limite dell’impercorribile possibilità di ricorso contro di loro in caso di negligenza, e pochissimi altri ritocchi limitativi.

Il non-lavoro nei Tribunali è rimasto invariato. I magistrati italiani – corporativi, politicizzati e di parte – non ammettono alcuna ingerenza nella loro attività, si considerano intoccabili, al di sopra di ogni autorità, non sono e rimangono non soggetti a controllo alcuno. Il nostro sistema, in teoria democratico, prevede i tre poteri di montesquiana memoria, ovvero il potere legislativo, il potere esecutivo e il potere giudiziario e ciascuno di essi può legittimamente essere soggetto a modifiche tese a migliorare il funzionamento del sistema-Stato. Allora per quale motivo qualunque lavoratore che commetta un errore viene chiamato a risponderne in sede penale, civile e amministrativa mentre colui che indossa una toga no? I medici, cui la nostra vita è legata, se sbagliano una diagnosi o una terapia, vengono processati ed obbligati a risarcire il danno, mentre i magistrati sono sollevati da qualsivoglia responsabilità. Perché? Tutti i dipendenti pubblici sono obbligati a timbrare il cartellino, ma non gli addetti all’amministrazione della giustizia. E nei Tribunali all’ora di pranzo sono già tutti a casa. I giudici portano a casa i fascicoli giudiziari, alla faccia della privacy o dell’esigenza di segretezza in tal modo vanificata. È necessario riformare e rivedere l’intero sistema di giustizia in Italia, a cominciare dal lavoro e dalla responsabilità dei magistrati italiani. E chi se ne frega dei privilegi e delle reazioni scomposte da parte degli interessati.

Renzi ha imposto, o meglio Napolitano ha imposto all’interno del terzo governo non eletto dagli italiani, dopo il Napolitano/Monti e il Napolitano/Letta, quale ministro della Giustizia del Napolitano/Renzi, Andrea Orlando, che non solo non muoverà mai alcuna eccezione all’ordine giudiziario, ma non cercherà neanche mai di renderlo compatibile con gli schemi vigenti in altri settori, non solo pubblici. Si legga, per avere la chiara idea di come siamo messi in Italia, il recente libro di Piero Tony, ex procuratore capo di Prato, ovviamente di sinistra, dal titolo “Io non posso tacere”, il quale ha denunciato le porcherie della propria categoria e dimostrato quanto una riforma della corporazione sia sacrosanta oltre che indispensabile. La riforma vera arriverà solo con governi e parlamenti eletti democraticamente in Italia, e in quanto tali ben collegati e stretti alla realtà vera. Nel frattempo si spera che magistrati e governo illegittimo colgano l’occasione per tacere. E che si passi oltre, presto.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:13