Alla disperata   caccia di consensi

Sempre più ossessionato dal calo di popolarità e dalla crescente avanzata dei demagoghi del Movimento Cinque Stelle, il Premier Matteo Renzi sta compiendo una ricerca a 360 gradi per scovare altri quattrini da distribuire a pioggia.

Proprio in questi giorni lo stesso Presidente del Consiglio, intervistato da “L’Unità”, è ripartito alla carica sul tema più catastrofico della nostra Repubblica delle banane: le pensioni. Incurante di una spesa previdenziale da record mondiale, Renzi se n’è uscito con una classica dichiarazione da spregiudicato cacciatore di voti: “Ho chiesto a Padoan e Poletti di individuare un meccanismo per consentire più flessibilità in uscita”. Il ché, tradotto nella lingua dei comuni mortali, sta a significare che egli intende in ogni modo trovare nuovi fondi per distribuire ulteriori pasti gratis a pioggia. Ovviamente il settore previdenziale, che oramai rappresenta il principale serbatoio di consensi per il sistema politico-sindacal-burocratico, non può certamente sfuggire all’attenzione di un uomo che ha fermamente deciso di restare alla guida del Paese ampliando la già insostenibile politica statalista degli ultimi decenni, seppur mistificata con quale tinteggiatura di liberalismo fasullo ed a buon mercato.

La verità vera è che, come dimostra la sua ferma volontà di aumentare i costi di una previdenza pubblica che ammonta alla follia di quasi 17 punti di Pil, all’ex sindaco di Firenze non interessa affatto salvaguardare il precario equilibrio dell’Inps, tenuto in piedi da un crescente ricorso alla fiscalità generale. Renzi, in linea con quella politica di professione che egli si era proposto di rottamare, cerca solo di guadagnare voti firmando continuamente assegni politicamente e finanziariamente a vuoto. Tutto ciò contando sull’alto grado di confusa disinformazione che regna in gran parte della cittadinanza.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:19