Il dramma Ncd si chiama Italicum

Il problema del Nuovo Centrodestra si chiama legge elettorale. Se resta l’Italicum del premio di maggioranza alla lista e dei cento designati, la sua unica strada è quella di partecipare ad un eventuale listone guidato da Renzi o dal candidato che verrà espresso dallo schieramento moderato e perdere la sua identità che lo vorrebbe alleato con il premier ma al tempo stesso alternativo ad esso. Se invece l’Italicum viene modificato e si torna al premio di maggioranza alla coalizione, la sua identità di partito al confine tra destra e sinistra ed in grado di fare la differenza sia pure con numeri marginali viene non solo conservata ma addirittura esaltata.

Chi, dall’alto di giornali portatori di grandi interessi economici e quindi fatalmente legati agli interessi dei governi in carica, fa la morale sostenendo che si tratta solo di una questione di poltrone squalifica se stesso cavalcando banalmente un tema del qualunquismo e del populismo più banale. La rappresentanza parlamentare è indispensabile per l’identità di una forza politica. E perseguirla come fanno tutti quelli che attraverso i partiti, come recita la Costituzione, concorrono con metodo democratico alla formazione della politica nazionale, è non solo legittimo ma addirittura obbligatorio.

Certo, se il sistema fosse semplificato e dal pluripartitismo si dovesse passare al bipartitismo, la legge elettorale votata quando sembrava che il centrosinistra di Matteo Renzi fosse proiettato verso il 50 per cento dei consensi, la faccenda cambierebbe e la resistenza dei partiti minori e marginali diventerebbe esclusivamente preoccupazione personale per la poltrona. Ma dalle elezioni europee ad oggi il quadro politico non solo non è stato più dominato da un solo partito egemone contornato da satelliti da incorporare progressivamente, ma non ha assunto neppure una forma bipolare tornando ad essere segnato da almeno quattro o cinque blocchi formati a loro volta da formazioni diverse.

In queste condizioni, quanto sta avvenendo all’interno del Nuovo Centrodestra non è solo lotta per il posto in lista alle prossime elezioni ma una vera e propria battaglia per la sopravvivenza. Che viene condotta da chi sa perfettamente che alcuni esponenti di punta del partito potrebbero venire accolti nelle liste del Pd in qualità di indipendenti , come avveniva all’epoca degli indipendenti di sinistra del Pci. Qualcuno indica addirittura i nomi dei fortunati destinati ad essere accolti sulla nave renziana di salvataggio, ma solo al prezzo della rinuncia della propria identità politica. E gli altri? Quale sarebbe la sorte di chi è entrato nel Ncd per costruire una alternativa di centrodestra a Renzi diversa da quella costituita da Berlusconi o Salvini? Per loro l’unica speranza sarebbe la modifica dell’Italicum. Senza la quale o si vestono nei panni del figliol prodigo che torna a bussare alla casa da cui sono usciti oppure sono costretti a tornare a casa propria. Cioè ad uscire una volta per tutte dalla vita pubblica!

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:18