L’Unione e la strada  dei pregiudizi

L’Europa chiede all’Italia che fine abbiano fatto gli oltre sessantamila profughi entrati clandestinamente nel nostro territorio ed altrettanto clandestinamente scomparsi dalla Penisola per raggiungere il loro El Dorado rappresentato dai Paesi del Nord. Al tempo stesso, la Germania chiede al governo di Roma non solo di censire tutti i migranti che arrivano dai barconi provenienti dalla Libia, ma anche di intensificare i controlli alla frontiera del Brennero.

Queste due richieste non nascono dalla scoperta improvvisa che una parte dei clandestini usa l’Italia come tappa di passaggio e che una delle principali vie di trasferimento delle loro migrazione è rappresentata dal valico verso l’Austria. Sono il frutto, al contrario, del convincimento che l’Italia è un Paese di ipocriti e di imbroglioni. Cioè una nazione che ipocritamente predica l’accoglienza in nome dei valori cristiani invocati da Papa Bergoglio, ma che nel concreto non censisce i migranti per favorire la loro fuga da clandestini senza controllo verso i Paesi del Nord europeo. Ha torto la Germania quando rispolvera il pregiudizio sulla doppiezza e sulla inaffidabilità italiche? E sono certezze ingiuste ed infondate quelle dei Paesi del Nord che accusano gli italiani di chiedere all’Europa i soldi per l’accoglienza di profughi da far fuggire di soppiatto per favorirne l’esodo oltre le Alpi?

È impossibile negare la fondatezza di queste convinzioni. Purtroppo sappiamo che gran parte delle accuse in questione sono vere. Come dimostrano i risultati delle indagini giudiziarie in corso sul centro di Mineo e su “Mafia-Capitale”. Ma se l’Italia deve farsi rimproverare la sua tradizionale doppiezza e deve rispondere della sua inaffidabilità, bisogna anche rilevare che Germania e Paesi del Nord hanno fatto di tutto per avallare i pregiudizi storici sul loro ottuso egoismo. Fino a quando il problema dei migranti riguardava solo l’Italia, né la Markel né gli altri governanti nordici si sono preoccupati minimamente dell’invasione in atto dei disperati provenienti dall’Africa e dal Medio Oriente. Ora che il fenomeno ha colpito l’attenzione delle loro opinioni pubbliche con gli incidenti nei Balcani, con i morti soffocati in Austria e con i muri virtuali e materiali di Gran Bretagna e Ungheria, si svegliano dal letargo e scaricano l’intera responsabilità sulle spalle degli italiani inaffidabili ed imbroglioni. Questa strada della riscoperta reciproca dei vecchi pregiudizi, però, ha come unico sbocco quello della paralisi. Ognuno si assuma la propria parte di responsabilità. Ma, soprattutto, l’Europa tutta si faccia carico di un problema che non è solo di qualcuno ma riguarda inesorabilmente tutti!

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:14