
Togliere ai prefetti la gestione dell’accoglienza dei migranti e consegnarla ai sindaci non è un’idea sbagliata. Perché è logico che gli amministratori locali abbiano una conoscenza del territorio e dei suoi problemi superiore a quella dei rappresentanti del governo centrale. Ma se questa della maggiore responsabilizzazione dei sindaci è la strada più corretta per trovare soluzioni al problema dell’accoglienza, va anche detto che questa strada non si può fermare all’esclusione dei prefetti dalla gestione dei migranti.
Il percorso è più lungo e, se iniziato in questa direzione, porta automaticamente ad un traguardo che rappresenta una delle tante riforme tese a ridurre il peso esorbitante dell’apparato burocratico dello Stato. Cioè l’abolizione delle Prefetture. Che sono un’istituzione napoleonica. Che hanno rappresentato l’ossatura dello stato centrale per l’intera storia dello stato unitario. Ma che oggi appaiono come una sorta di reperto archeologico che produce sicuramente molti più costi di quanto non produca servizi per i cittadini e per lo Stato stesso.
È questa la direzione che il Governo Renzi intende prendere iniziando con il togliere ai prefetti la competenza sull’accoglienza? Se così fosse sarebbe opportuno incominciare a preparare adeguatamente le modalità di una riforma del genere. Abbiamo visto come la riforma dell’abolizione delle Province non abbia prodotto alcun risultato concreto oltre all’aumento della confusione tra le amministrazioni locali. E sarebbe bene tenere sempre presente quell’esempio prima di realizzare una iniziativa che non si può risolvere con la semplice eliminazione dei prefetti e la consegna delle Prefetture e dei propri dipendenti ad altra amministrazione dello Stato.
Un provvedimento del genere può essere realizzato solo prevedendo un lungo periodo (probabilmente una generazione) entro cui procedere allo smaltimento senza sostituzione del personale e ad una contemporanea riforma destinata a ridistribuire le competenze delle Province tra le altre istituzioni pubbliche. È complicata una operazione che nel tempo assicurerebbe sicuramente un taglio alla spesa oggi esorbitante del sistema burocratico nazionale? Nient’affatto. Basta prepararla adeguatamente e spiegarla senza demagogia ed eccessivi strombazzamenti al Paese ed alle categorie interessate. In fondo serve solo un po’ di serietà e di concretezza!
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:15