Tendenze fallimentari

Il premier Renzi è un fenomeno. È riuscito a trasformare in un altro bonus, da elargire per sua gentile concessione, la questione finanziariamente devastante della sentenza della Consulta relativa al blocco delle indicizzazioni pensionistiche predisposte dal Governo Monti. Si tratta di un provvedimento tampone di circa 2 miliardi di euro il quale, a fronte dei circa 18 stimati onde venire incontro alla medesima sentenza, otterrà l’unico effetto di prendere tempo, in previsione della valanga di ricorsi che pioveranno di nuovo sulla testa dell’attuale Esecutivo.

Tuttavia questa volta qualche ragione per cercare di mettere una toppa nella voragine sempre aperta delle pensioni il premier Matteo Renzi ce l’ha, dato che l’intera opposizione, dai grillini al sempre più frastagliato centrodestra, passando per i sindacati, cavalca in blocco l’opzione di rimborsare tutti senza se e senza ma. Ed è questo a mio avviso il dato politico più sconvolgente, sebbene esso costituisca il portato evidente di una deriva sociale e politica in atto in Italia da molti anni. In sostanza, nel nostro sempre più surreale panorama politico non esiste uno straccio di componente organizzata che cerchi di interpretare una linea vicina a quella che ha consentito, tanto per fare un esempio d’attualità, al conservatore David Cameron di stravincere in Gran Bretagna perseguendo una impostazione decisamente tatcheriana, con meno spesa pubblica e meno tasse.

Da noi, al contrario, sta emergendo una destra che potremmo definire nazional-popolare, soprattutto dopo la svolta impressa da Matteo Salvini alla Lega Nord. Una destra che, al pari delle altre forze d’opposizione, non si propone di incalzare il Governo dei rottamatori sul fronte dell’eccesso di Stato, di spesa e di fiscalità che caratterizza drammaticamente il Paese di Pulcinella, tutt’altro. Essa cerca invece di contrastare l’azione del premier illusionista proprio dal lato dei cosiddetti pasti gratis, così come dimostra la spinosa questione delle indicizzazioni previdenziali. Tutto ciò, unito alla oramai evidente inconsistenza sul piano della visione economica di chi occupa attualmente la stanza dei bottoni, non può che stimolare ulteriormente l’uomo dei miracoli a proseguire nella sua insensata campagna politica condotta a colpi di bonus.

Una politica, mi permetto di ricordare in conclusione, che per ora possiamo permetterci solo in virtù dei provvedimenti finanziari recentemente adottati dal capo della Bce, Mario Draghi. Ma si tratta di una stagione di saldi, sotto forma di inflazione occulta, che prima o poi ci porterà un conto molto salato da pagare, soprattutto in assenza di vere riforme strutturali.

Aggiornato il 09 aprile 2017 alle ore 18:18