È una politica  da... avanspettacolo

Sul tema caldo della sentenza della Consulta sulle pensioni, il quale si incrocia con la campagna elettorale in atto delle amministrative, mi sembra che l’unico uomo politico che abbia espresso parole ragionevoli è il sottosegretario Enrico Zanetti (nella foto). Ospite di Lilli Gruber, contrapposto ad un più che confuso Vittorio Sgarbi ed a una irresponsabile demagoga rossa come Carla Cantone, l’attuale leader di Scelta Civica ha risposto al coro quasi unanime dei farisei dei cosiddetti diritti acquisiti con un argomento di sostanza.

In estrema sintesi, onorare fino all’ultimo centesimo la succitata sentenza, che secondo calcoli aggiornati supererebbe i 16 miliardi di euro, oltre a far saltare il fragilissimo equilibrio dei conti pubblici, rappresenta l’ennesima, colossale ingiustizia intergenerazionale, a tutto danno degli attuali contribuenti e di tutti coloro i quali andranno in pensione con il cosiddetto sistema contributivo. Ciò per il semplice fatto che l’attuale spesa previdenziale, la più alta d’Europa e insostenibile per un sistema che non cresce come il nostro, è coperta dai lavoratori in attività e da una quota crescente prelevata dalla fiscalità generale; quest’ultima ormai prossima ai cento miliardi. Questo vuol dire che i circa 300 miliardi che l’Inps è arrivato a spendere per i vitalizi in buona parte sono privi di copertura, essendo il frutto avvelenato di una lunga politica di sperperi pubblici con i quali si è usato e si continua ad usare il settore previdenziale come un grande serbatoio di voti.

Ma sul fronte del pagare tutto e subito sembra schierata l’intera opposizione, dai grillini alla Lega Nord. Persino il forzista Renato Brunetta, che si batte strenuamente per tagliare le tasse occulte del premier Renzi, ha intimato al Governo in carica di onorare quanto deciso dalla Consulta, in quanto trattasi a suo parere di una sentenza auto applicativa.

Ovviamente, sul piano strettamente politico può sembrare un’ottima mossa quella di incalzare l’Esecutivo dei miracoli e dei bonus che escono dal cilindro su un inaspettato buco di bilancio da coprire. Tuttavia, all’interno di una collettività sempre più imbelle in cui quasi nessuno si pone la questione nodale del “chi paga il conto”, la risposta che i tosatori al potere possono dare è una sola: ulteriori e immediate imposte e/o imposte future sotto forma di nuovi debiti. Tertium non datur.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:11