Le nuove “favolette” di Pier Carlo Padoan

“L’economia italiana è uscita dalla recessione”. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, aprendo in Senato il suo intervento sul Def davanti alle commissioni Bilancio congiunte.

“Sono fiducioso della positiva accoglienza per la clausola di flessibilità da parte della Commissione Ue e del Consiglio”, ha aggiunto il ministro riferendosi al parziale scostamento italiano dal raggiungimento del Mto (obiettivo di medio termine) con un pareggio al 2017.

Ma non basta, questo straordinario annuncio espresso da Padoan segue di pochi giorni un’altra roboante dichiarazione, fatta a margine dei lavori del Fondo monetario internazionale a Washington, in cui l’illustre inquilino di via XX Settembre ha detto solennemente che “non è vero che il debito continua a crescere. Quest’anno si stabilizza e poi continua a scendere, a una velocità sostenuta”.

A questo punto dobbiamo prendere atto che in Italia solo il ministro dell’Economia e il premier Matteo Renzi sanno leggere i numeri, visto che le cifre e i grafici tendenziali che i comuni mortali si trovano sotto gli occhi sembrano voler indicare tutta un’altra storia. Una storia evidentemente frutto di un abbaglio collettivo, che parla di un Paese inchiodato ad una perenne stagnazione, strangolato dalle tasse e da un indebitamento crescente.

D’altro canto, grazie all’ottimismo della ragione che alberga nei palazzi del potere tutto è possibile. L’aumento della pressione fiscale può trasformarsi in un drastico taglio delle tasse, l’esplosione del debito in una trionfale stagione all’insegna del pareggio di bilancio e la vergognosa successione di tesoretti e bonus elettorali, finanziati rigorosamente in deficit, in una sorta di turbo-stimolazione per l’economia.

E dal momento che di questo passo qualunque miracolo sembra possibile, non resta che alzare lo sguardo per osservare i primi asini in volo, con in groppa Renzi e Padoan.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:10