Povera Mogherini, lasciata in panchina

D’ora in poi, Federica Mogherini dovremo chiamarla “lady Pe” piuttosto che “lady Pesc”. Con un’assai discutibile decisione Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea e noto intrallazzatore lussemburghese, ha deciso di sottrarre alla competenza della commissaria italiana le materie che riguardano la sicurezza comune affidandole a Michel Barnier.

Se questo non è un atto di sfiducia nei riguardi della nostra rappresentante, gli somiglia molto. Già il mandato della Mogherini era cominciato con una vistosa mutilazione: le politiche di difesa dell’Unione sono state trasferite d’ufficio al polacco Donald Tusk quando si è insediato, lo scorso 1 dicembre, alla presidenza del Consiglio Ue. Ma la spregiudicatezza dei padroni del vapore europeo si è spinta oltre. Lo scottante dossier sul programma nucleare iraniano non è passato, come avrebbe dovuto, alla nuova responsabile della politica estera e di sicurezza dell’Unione ma, per volere dei negoziatori, è rimasto saldamente nelle mani dell’Alto rappresentante uscente, la signora Catherine Ashton. Poi, c’è stata la crisi russo-ucraina. Per la Mogherini sarebbe stato un bell’esordio nella grande politica se solo l’avessero chiamata a partecipare alle trattative per il cessate-il-fuoco. Invece, a Minsk, dove hanno firmato gli accordi di tregua, a parlare per l’Europa c’erano la solita Merkel e il presidente francese François Hollande, il piccolo Petain.

Di quello che è stato deciso nella capitale bielorussa la Mogherini lo ha appreso dai giornali. Neppure una telefonata le hanno fatto i partecipanti per dirle come era finita la trattativa. Adesso arriva la decisione di affiancarle un esperto. Domanda: se i partner europei la considerano meno di zero, lei a Bruxelles che ci resta a fare? Eppure, la scorsa estate quel cialtrone del nostro premier aveva spacciato la battaglia per la poltrona dell’Alto Rappresentante come una sorta di linea del Piave dalla quale non avrebbe fatto un solo passo indietro fino alla vittoria finale.

Il caro Renzi ci ha fatto credere che sui muri di Bruxelles, dappertutto, comparissero scritte del tipo “O Mogherini o morte”. E gli italiani se la sono bevuta al punto che, quando la nomina è finalmente giunta, è stata salutata come un’eccezionale risultato della credibilità del nostro Paese all’estero. Era, invece, una bufala. Si era capito che quel posto non sarebbe valso a nulla. Anzi, si trattava di un ennesimo favore reso ai soliti noti padroni del vapore perché la richiesta di ricoprire un incarico di sostanza all’interno della Commissione, come ad esempio quello sul commercio, la pesca e l’agricoltura, avrebbe provocato qualche disturbo ai piani tedeschi. La Merkel aveva intenzione di fare l’asso pigliatutto della governance europea. E così è stato. Se il nostro premier di governo avesse un minimo di amor proprio, dovrebbe imporre alla signora Mogherini di lasciare immediatamente il suo bell’ufficio a Bruxelles per far ritorno armi e bagagli in Italia. Visto che se la cantano e se la suonano da soli gli oligarchi dell’Ue che se la sbrighino loro. D’altro canto, non chiedono di meglio. Noi preoccupiamoci di pensare un po’ di più agli affaracci nostri che, per inciso, non pare stiano migliorando come vogliono far credere dalle parti di Palazzo Chigi. A cominciare dal ristabilimento dei rapporti di amicizia con la Federazione russa. Naturalmente, non andrà così. Resteremo ancora per un bel pezzo sotto il tacco di ferro della signora Merkel e soci.

La stessa Mogherini, con patetiche espressioni di circostanza, si ostina a dire che va tutto bene, che le scelte compiute sono state condivise. La poveretta vaneggia parlando di un fantomatico gioco di squadra. Peccato che, da quando è cominciata la partita, lei sia rimasta in panchina e lì l’hanno lasciata pur di non farle toccare palla. Comprenderete che per il Paese dei Mazzola e dei Rivera e, più recentemente, dei Totti e dei Pirlo, non è un bello spettacolo vedere “lady Pe” godersi la scena dai bordi del campo.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:10