La “prora renziana” punta verso i centristi

Matteo Renzi, ragazzo fortunato, ha trovato fuori dell’uscio di casa una sorpresa inaspettata: un accenno di ripresa economica dovuta all’allineamento astrale di alcuni fattori congiunturali.

Le promesse di Draghi sul Quantitative easing, la conseguente svalutazione dell’euro rispetto al dollaro, la diminuzione del costo del petrolio e, dulcis in fundo, la ripresa su scala mondiale del commercio, stanno spingendo le nostre imprese a osare di più. Renzi, pur non avendo alcun merito, ha annusato l’opportunità di capitalizzare il momento favorevole per chiudere la partita con i suoi avversari. Interni ed esterni. E, in democrazia, l’unico strumento che è concesso per stendere al tappetto gli avversari è quello elettorale. Tutti alle urne, allora.

Renzi vuole farla finita con la minoranza del Pd che sta lì appollaiata sulla sponda del letto a gufare perché il malato tiri le cuoia. E vuole farla finita anche con un’opposizione che, per quanto sgangherata, rissosa, incasinata, è pur sempre la depositaria del sentimento di metà degli italiani. Ovviamente, non può essere lui, il Premier, a premere il grilletto perché tutto deflagri. Ha bisogno di trovare il famoso “attentatore di Sarajevo”: il fanatico che col suo gesto omicida offrì il movente per lo scoppio della Prima guerra mondiale. La ricerca dell’autore del colpo di grazia non dovrebbe tardare a rendere i suoi esiti.

La provocazione messa in atto da Renzi contro i suoi partner del Nuovo Centrodestra dovrebbe essere il terreno giusto per favorire l’incidente che inneschi la desiderata reazione a catena. A furia di dare dell’insignificante ad Angelino Alfano, che in verità non brilla per acume politico, a furia di dire un giorno sì e l’altro pure: siete vivi grazie a me, finirà che anche quel piccolo drappello di “sognatori” di poltrone, che è il Ncd, potrebbe trovare la forza per uno scatto d’orgoglio tardivo. Renzi, in previsione che ciò avvenga, ha già predisposto la trappola. Sarà sulla questione del decreto di conversione delle banche popolari in Società per azioni. È noto che i “moderati” di Ncd vorrebbero farne la loro “linea del Piave”. Dovrebbe essere il “no pasaran!” delle vecchie conventicole che fanno argine alla marea montante delle grandi concentrazioni finanziarie pigliatutto. Il Premier, intuendo la voglia di Alfano e dei suoi di allestire un piccolo “Vietnam parlamentare” sulla questione, ha annunciato la decisione di porre il voto di fiducia. Splendida mossa! Spingere Alfano ad aprire la crisi votando contro. Renzi potrebbe finalmente andare dagli elettori e dire: “Non volevo, mi ci hanno costretto. Ora datemi voi cittadini la forza per andare avanti da solo senza la presenza ingombrante dei frenatori. Di tutti i frenatori”. Si obietterà: non si può ancora votare perché non c’è l’Italicum. E chi l’ha detto che Renzi lo voglia davvero? Per come si sono le messe le cose, anche il “consultellum” potrebbe fare al caso dello straripante giovanotto. Dopo la vittoria nella partita del Quirinale, lui ha il vento in poppa, mentre lo sfascio della destra moderata è sotto gli occhi di tutti e l’offerta protestataria di Matteo Salvini non è ancora sufficientemente matura per costituire una concreta alternativa di governo. Tuttavia, la partita non è chiusa.

Renzi sottovaluta la forza coesiva che lega i volponi democristiani alle poltrone sulle quali sono assisi. La “compagnia dell’anello dei centristi” è disposta a ingoiare qualsiasi cosa pur di restare in sella. “Angelino multitasking” potrebbe sorprenderlo, il giorno del voto sulla fiducia, con l’ennesima giravolta: “Non lo fo per piacer mio ma per piacere a Dio”. Se così fosse, il Presidente del Consiglio dovrebbe trovare un’altra scusa per far saltare il banco. Ma non sarebbe altrettanto facile. Non può rompere con i suoi della minoranza. L’elettorato di sinistra non glielo perdonerebbe. Basta osservare come siano andate le elezioni regionali in Emilia-Romagna per avere un quadro chiaro della condizione di precarietà del Pd. Per rompere il gioco, il punto debole restano gli alleati centristi. Vedrete, prima o poi il bulletto fiorentino riuscirà a metterli nel sacco.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:12