Chiacchiere col turbo

Entusiasta per aver rottamato la cosiddetta Seconda Repubblica, facendo salire al Quirinale un rispettabilissimo signore della Prima, il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha dichiarato alla radio che “l’elezione del capo dello Stato ci mette il turbo. Noi dobbiamo metterci a correre e il Partito Democratico deve essere il motore del cambiamento. Non indietreggiamo di una virgola”.

Dunque, se tanto mi dà tanto, dobbiamo aspettarci nei prossimi mesi altre vagonate di roboanti annunci di epocali riforme del nulla, pronunciati con una sicumera ancor più rinforzata, soprattutto per via della quasi totale assenza di un’accettabile alternativa politica al Gian Burrasca di Palazzo Chigi. Un uomo che oramai si è abituato a vincere facile a causa di un sistema democratico sostanzialmente in metastasi e che, proprio per questo, appare incapace di far emanare dal tessuto sociale uomini e proposte politiche appena credibili.

Basti pensare che la new entry del sempre più chimerico fronte moderato, “Italia Unica” dell’ex ministro montiano Corrado Passera, nel corso dell’assemblea fondativa tenutasi a Roma il 31 gennaio scorso, ha presentato al Paese alcune proposte tragicamente esilaranti. Tra queste citiamo il dimezzamento dell’Ires sulle imprese, un bonus bebè di 5mila euro fino al quinto anno di età, la restituzione del 50 per cento dell’Iva ai consumatori che pagano con carte di credito e di debito e mille euro al mese per gli anziani non autosufficienti con basso reddito. Tutto ciò finanziandolo con un non ben precisato taglio della spesa pubblica il quale, a conti fatti, dovrebbe comunque essere eseguito con l’ascia bipenne di Odino, onde far quadrare i conti.

Ovviamente trattasi di una grottesca manifestazione politico-programmatica, per così dire, di contagio renziano, tutto basato sull’idea di spararle grosse a raffica con l’unico scopo di suscitare interesse. Una sorta di concorrenza al ribasso con la quale si ritiene di poter gareggiare con l’attuale leader dei venditori di fumo scendendo sul suo terreno preferito: quello delle balle spaziali.

Ebbene, se dopo il fragoroso fallimento di un berlusconismo che non è riuscito a concretizzare la più significativa intuizione politica degli ultimi 25 anni – l’opzione liberale di uno Stato notevolmente alleggerito nella spesa e ridimensionato sul piano del suo intervento – l’unica novità che riesce ad emergere nell’area alternativa alla sinistra è un Passera che raddoppia il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, allora vuol proprio dire che per questo Paese non ci sono più speranze.

Senza una valida alternativa al gattopardismo cattocomunista, incarnato sempre più chiaramente da Matteo Renzi, che sta dilagando un po’ ovunque, non so se moriremo democristiani, ma è certo che moriremo.

Aggiornato il 09 aprile 2017 alle ore 18:20