Chiude il semestre Ue  delle “balle spaziali”

Chiudendo il semestre europeo delle balle spaziali, Matteo Renzi non poteva certo evitare di spararla grossa. “In tempo di crisi le famiglie italiane hanno visto crescere i propri risparmi, da tre punto cinque trilioni di miliardi e tre punto nove, dal 2012 al 2014”, ha enfaticamente dichiarato il Premier da Strasburgo. Tutto ciò per dimostrare ancora una volta che il nostro vero problema riguarda una generalizzata e, a suo dire, immotivata crisi di fiducia. La gente non spende e non investe in beni durevoli non perché, soffocato da una sempre più opprimente gabbia fiscale e burocratica, il Paese non mostri serie prospettive di ripresa economica, bensì solo a causa di un diffuso malinteso: l’Italia è in marcia ma ancora in troppi sembrano non essersene accorti.

Eppure, dati alla mano, in un dettagliato articolo uscito su “Il Sole 24 Ore” nell’ottobre scorso, Pietro Reichlin spiegava invece che il summenzionato risparmio privato è praticamente crollato negli ultimi anni, passando dal 20 per cento del reddito disponibile negli anni 1997-98 all’8/9 per cento attuale.

Ora, se consideriamo anche la caduta della nostra capacità di produrre ricchezza reale – siamo sostanzialmente in recessione da oltre un decennio – proprio non si comprende come ci si possa cullare sugli allori di queste colossali sciocchezze renziane, soprattutto se consideriamo che 10 milioni di italiani, con una crescita del 93 per cento rispetto al 2007, si trovano in una condizione di povertà assoluta. Tra l’altro ci vuole proprio una bella faccia tosta nel sostenere che esiste un eccesso di risparmio privato dopo le recenti spremiture fiscali che i rottamatori del buon senso hanno realizzato a danno dei fondi pensione e degli investimenti finanziari.

Sotto questo profilo non vorremmo che i continui riferimenti ad una opulenta isola del risparmio che non c’è preludessero ad un ulteriore inasprimento di tasse, distruggendo definitivamente il logoro paradigma di un popolo di oramai ex formichine. Dal mago Houdini che occupa la stanza dei bottoni ci aspettiamo di tutto, soprattutto sul piano tasse. Per un illusionista politico di questo calibro, dove l’immaginazione coincide in tutto con la realtà, sarebbe un gioco da ragazzi introdurre altri feroci prelievi facendoli passare per epocali riforme. Ma prima o poi pure chi ancora oggi continua a sostenerlo si accorgerà che i suoi sono solo trucchi dagli esiti catastrofici.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:11