L’importanza di...   chiamarsi Ignazio

“O Roma o Marte!”. È la caricatura del marziano “Kunt” raccontato da Ennio Flaiano sessant’anni orsono. Ma potrebbe essere il grido di battaglia del marziano dei giorni nostri che circola per le strade della Capitale raccontando ai passanti di essere il sindaco della città. Al secolo Ignazio Marino. È lui il signor Kunt del racconto di Flaiano che è stato catapultato dall’extra mondo nella vita quotidiana dei cittadini romani che di stranezze ne hanno viste tante. Fin dai tempi di Caligola che fece senatore il suo cavallo.

Eppure, a uno come Marino si fa fatica ad abituarsi. Da quando, per una bizzarra congiuntura astrale, lo hanno eletto sindaco ne avesse azzeccata una. Volevano mandarlo via, nemici e amici, per manifesta incapacità a governare una metropoli complessa. Ma il marziano Marino è protetto da una buona stella. Lo scandalo di questi giorni che ha portato alla decapitazione di tutto il vertice locale del Partito Democratico, suo acerrimo avversario, ne ha propiziato la permanenza in Campidoglio. Non senza un prezzo.

Il cinico Matteo Renzi, di fronte al rischio concreto di essere scalfito dalle conseguenze politiche dell’indagine shock, è corso ai ripari. Per evitare lo scioglimento anticipato dell’amministrazione comunale, il premier, in mancanza di alternative praticabili, ha dovuto affidargli la parte del risanatore dalla presenza di agenti inquinanti. Ma è solo apparenza. Renzi per primo sa che l’alieno sbarcato a Roma non è all’altezza del compito. E poi, si è così certi che lui, il marziano, sia lindo e pinto come un indumento passato in candeggina? A ben vedere Ignazio un po’ di fesserie le ha raccontate. A parte la storia delle multe non pagate per le soste vietate della sua autovettura, c’è la questione del finanziamento di 30mila euro ricevuti proprio dalla cooperativa di ex detenuti “29 giugno” e dal consorzio “Eriches 29” che sono il centro di gravità del malaffare portato alla luce dall’inchiesta “Mafia Capitale”.

I suoi nuovi sponsor gli hanno fatto scudo facendo sapere in giro che quel finanziamento era del tutto lecito e trasparente. Sarà! Ma puzza lo stesso. Si è chiesto l’inconsapevole Marino se cooperative sociali che percepiscono fondi pubblici “dedicati”, potessero distrarre somme per destinarle a scopi “extraistituzionali”? Tra una foto e l’altra con Salvatore Buzzi, capo dell’organizzazione, non gli è venuto in testa di chiedergli: “Scusa ma questi soldi che mi dai da dove li prendi? E se li elargiscono la tue cooperative, possono farlo? È legale?”. Si vede che Marino è persona educata che mai rivolgerebbe a un amico domande ineleganti, soprattutto se quest’amico ha le tasche piene di danaro. L’alieno di Roma avrebbe dovuto essere preso per la collottola e accompagnato fuori dalla porta del Campidoglio. Altri suoi colleghi amministratori pubblici per molto meno sono stati cacciati a pedate, ma lui è un ragazzo fortunato. Renzi se lo deve tenere se no casca tutto e si fa il gioco dei grillini che sono usciti dal coma in cui si trovavano a vegetare proprio grazie allo scandalo romano. Non solo.

Alle porte c’è anche Matteo Salvini il quale non vede l’ora di sfidare il premier in una prova di forza per vedere da che parte stanno gli italiani. Perché allora, ripete da qualche giorno il leghista, non cominciare a chiederlo agli abitanti della capitale? Da qui l’ordine di scuderia: tenersi Marino. Meglio lui che la conta. Peccato che i romani non siano della stessa opinione. Non credono all’innocenza assoluta dell’allegro chirurgo. E soprattutto non credono alle sue capacità di amministratore pubblico. A causa della gravità dei fatti emersi il prefetto di Roma ha disposto l’invio di tre ispettori per una verifica degli atti amministrativi prodotti dalla macchina comunale.

Intanto la Procura prosegue nell’acquisizione di documenti, segno che si continua a scavare. Che potrà fare di nuovo il marziano che non abbia saputo fare quando le cose erano tranquille? Potrà solo limitarsi a girare per telegiornali e talk show a dire che il malaffare nasce a destra, con la giunta Alemanno, e che lui, il solo onesto della compagnia, si dedicherà a “fare pulizia” delle scorie residuate dopo l’ondata di arresti e di avvisi di garanzia. Tuttavia, la sensazione è che la sua poltrona di sindaco sia molto più traballante di quanto lui stesso non voglia far credere. Prima o poi, è nello stile del personaggio, il “marziano” farà un passo falso. E allora...

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:26