Lega-M5S: opposizione   della... pagnotta

Se l’Italia fosse un Paese serio, almeno una parte dell’opposizione si organizzerebbe su posizioni realistiche e responsabili. E invece, ascoltando le surreali iniziative di alcuni partiti, come la Lega Nord e il M5S, possiamo dire che la nostra è una opposizione della pagnotta. Infatti, all’avvento del regno di Bengodi, che costantemente preannuncia il premier Matteo Renzi, i grillini e i leghisti contrappongono una valanga di pasti gratis ad uso e consumo degli ingenui e degli sprovveduti. E mentre Matteo Salvini si spende in un defatigante tour de force televisivo proponendo asili gratis per tutti, una flat tax universale del 20 per cento e la cancellazione dell’unica riforma che ha impedito al Paese di Pulcinella di fare default, ossia quella previdenziale del Governo Monti, le truppe parlamentari di Grillo e Casaleggio raccontano a giorni alterni la favola dell’abolizione immediata dell’Irap con la contestuale introduzione di un reddito di cittadinanza erga omnes.

Ora, mi sembra evidente che quando una forza politica si trincera dentro il recinto delle chimere e degli specchietti per le allodole, la sua ragione sociale diventa quella di sopravvivere, intercettando il consenso delle tante nicchie di scontento che soprattutto in un momento di grave crisi economica proliferano nel sistema democratico.

Tuttavia da qui a interpretare un ruolo di responsabile forza di opposizione, in grado di far risaltare le balle che ci propina quotidianamente il giovane premier fiorentino, ci passa un mare. Invece in questo modo, oltre a tenersi la propria platea di tifosi e di aficionados, gli oppositori della pagnotta non fanno altro che portare acqua al mulino dell’incantatore di serpenti al comando, rendendolo più presentabile nel confronto tra cantastorie. Francamente, soprattutto per chi vorrebbe interpretare il dissenso della parte più produttiva della Penisola, ci aspetteremmo qualcosa di più all’interno di un regime politico sempre più collettivizzato, in cui le uniche cose che crescono sono proprio i pasti gratis e le relative, ferocissime tasse.

Ricordo, a questo proposito, che la prima Lega Nord di Bossi, la quale raggiunse in breve tempo la maggioranza in molte zone del Settentrione, interpretava una chiara linea liberale, riuscendo a rappresentare il dissenso di quella folta platea di invisibili che vanno sotto il nome di partite Iva. Tutta gente che è abituata a far di conto e che, proprio per questo, non trovando un serio referente politico è probabile che continuerà sempre più a rifugiarsi nel limbo dell’astensione.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:24