
Si continua a parlare di riforme e correnti anche nell’ambito della Magistratura. Sulla questione dell’elezione del Consiglio Superiore della Magistratura si avvistano nubi nonostante il clima estivo della stagione, una riforma che si attende proprio in questi giorni. Una proposta di legge di modifica costituzionale per “cambiare totalmente” il sistema di elezione del Csm, in particolare “per la parte che riguarda la rappresentanza dei magistrati”, con l’obiettivo primario di superare le correnti interne.
Un obiettivo non da poco se si tiene conto che spesso la magistratura come la politica ha gli stessi mali, ossia le correnti, la cui correzione rappresenterebbe un’interessante svolta per uno degli organi portanti della democrazia italiana, specie se si considera che la sua elezione è stata da sempre portata avanti dalla fazione del potere.
Attualmente il Csm è composto da 27 membri, di cui 24 elettivi (8 consiglieri laici e 16 togati) e 3 sono membri di diritto (il Presidente della Repubblica, il presidente e il procuratore generale della Corte di Cassazione). La soluzione al problema non si trova con nuove leggi sul Csm, ma attraverso il sorteggio interno. Il sorteggio avrebbe il vantaggio di far venire meno la ragion d’essere dominante delle correnti della magistratura e di far saltare qualsiasi tipo di logica organizzativa interna. Un magistrato chiamato per sorteggio a far parte del Csm non avrebbe alcun motivo di tenere conto se non del proprio giudizio e della propria coscienza, sia nelle questioni delle carriere sia in quelle di carattere disciplinare.
Solo in questo modo si ridurrebbe il rischio di ritrovarsi ancora davanti a un sistema “chiuso”, il quale non a caso ha tentato di far fronte comune alle diverse iniziative, dichiarando il sistema del sorteggio incostituzionale, in quanto intaccherebbe la garanzia, prevista dalla Carta fondamentale, di candidarsi liberamente, di essere eletti e di poter scegliere da chi essere rappresentati. Barriera superabile anche questa. Prima di tutto perché la Costituzione su questo punto è modificabile (l’articolo 104 della Costituzione afferma che i componenti del Csm devono essere “eletti”), in secondo luogo si deve considerare che nell’ordinamento vi sono casi in cui sono previste forme miste elezione-sorteggio (ad esempio, per le commissioni esaminatrici dei concorsi a cattedra universitaria).
Il problema dell’elezione del Csm è complicato e duro da affrontare, ma riuscire ad affrontarlo senza pregiudizi è già un passo in avanti. Solo in questo modo si può trovare un giusto equilibrio tra magistratura e politica.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:23