Smartphone e tablet, “stangatina” in arrivo

In questi giorni i notiziari nazionali hanno dato ampio risalto ad un decreto legge del ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, con il quale si infligge una vera e propria randellata fiscale a tutti i prodotti tecnologici che abbiano una memoria di almeno 16 gigabyte (Gb). Nel mirino cellulari, smartphone, tablet, computer e qualunque cosa rientri nella tagliola dei citati 16 Gb. In soldoni, per alcuni prodotti si tratta di un incremento tributario che arriva al 500 per cento. Ovviamente sono immediatamente esplose le polemiche per questa ennesima rottamazione fiscale del buon senso operata dai tassatori renziani.

Tuttavia lo stesso Franceschini, apparentemente stupito da ciò, ha dichiarato alla stampa che “parlare di tassa sui telefonini è capzioso e strumentale: il decreto non introduce alcuna nuova tassa, ma si limita a rimodulare ed aggiornare le tariffe che i produttori di dispositivi tecnologici dovranno corrispondere (a titolo di indennizzo forfettario sui nuovi prodotti) agli autori ed agli artisti per la concessione della riproduzione ad uso personale di opere musicali e audiovisive scaricate dal web. Un meccanismo esistente dal 2009, che doveva essere aggiornato per legge”. Non solo, ha voluto precisare il ministro, “il decreto non prevede alcun incremento automatico dei prezzi di vendita. Peraltro, com’è noto, in larga parte gli smartphone ed i tablet sono venduti a prezzo fisso”.

Il che, tradotto ad uso e consumo delle anime belle che ancora credono alle chiacchiere di questi tosatori di professione, starebbe a significare che il costo finale dell’intera operazione non dovrebbe ricadere sui consumatori, gravando interamente su chi produce e vende tali dispositivi. Ma che bella notizia, dunque. Si è scoperto che in questo settore l’intera filiera ha trovato il sistema di far lievitare i propri introiti, così da venire incontro alla citata stangatina fiscale, senza aumentare di un centesimo i prezzi di vendita. Evidentemente, il buon Franceschini conosce cose che noi umani nemmeno immaginiamo. Probabilmente ci sono più cose nella testa del ministro di quante ne sogni la nostra filosofia. Ed è per questo che solo l’Esecutivo del cambiamento può permettersi di aumentare le tasse senza deprimere ulteriormente i consumi. I comuni mortali non potranno mai capire le straordinarie alchimie dei giovanotti al potere. Provare per credere. Nel frattempo non ci resta che pagare. In silenzio.

Aggiornato il 09 aprile 2017 alle ore 16:57