Sbarchi di cadaveri   Fermate la mattanza!

Che mondo è mai questo che svaluta così tanto il prezzo della vita umana? Che Europa è mai questa che resta totalmente indifferente alla tragedia che si consuma quotidianamente sulla sua frontiera meridionale, nel mezzo di quel Mediterraneo che è stato millenaria culla di civiltà e di progresso per le genti che l’hanno solcato? Che Italia è mai questa che appare impotente, inebetita di fronte al dispiegarsi di un piano d’invasione, progettato da menti scaltre e da criminali senza scrupoli?

Appena ieri l’altro la contabilità dell’orrore ci ha consegnato un nuovo aggiornamento. Da un barcone, soccorso dalla nostra Marina militare, sono sbarcati 353 clandestini e almeno 30 cadaveri di poveri cristi morti durante la traversata, probabilmente per asfissia. Capite? In mare aperto si riesce perfino a morire per mancanza d’aria.

Di fronte a quest’ultima mattanza di vite umane non possiamo tacere. Denunciare non è indugiare nel gusto della polemica, è piuttosto un imperativo della morale. Bisogna dire a chiare lettere che la politica sui flussi migratori di questo Governo dal cuore rosso come un cocomero è più che fallimentare: è criminale! Aver deciso di andare in controtendenza rispetto alla totalità dei Paesi sviluppati, Stati Uniti compresi, che stanno inasprendo le norme per il contrasto all’immigrazione illegale, ha dato il via libera ai peggiori scarti del genere umano nel poter costruire una fiorente industria d’infamia sulla sventura degli ultimi. Non siamo xenofobi. Al contrario, anche la destra politica sa bene che l’emigrazione verso una nazione sviluppata è una risorsa, un’opportunità da governare con raziocinio e buon senso.

L’autostrada del mare, invece, spianata ai flussi incontrollati di clandestini si traduce nel concorso di uno Stato sovrano nel compimento di un crimine grave. Il barcone intercettato ha fruttato agli organizzatori un guadagno stimabile tra i 383mila e i 574mila dollari. Il conto è presto fatto. Ogni sciagurato che chiede di passare il Canale di Sicilia paga una somma che oscilla, a seconda delle condizioni di mercato e della modalità del trasporto, tra 1000 e i 1500 dollari. Giacché i pagamenti sono anticipati, anche quei 30 e forse più disgraziati ritrovati cadaveri hanno pagato prima il prezzo della loro morte. La retorica melensa del “buonismo” italiano sta consentendo che questa assurda situazione si consolidi e procuri ulteriore vantaggio alla criminalità. Avere a cuore la libertà di tutte le genti, qualsiasi sia la loro provenienza, significa, per chi sta al Governo, praticare la virtù del coraggio proponendo al Parlamento della Repubblica leggi che rendano al massimo grado di durezza le pene per i trafficanti di vite umane.

La nostra magistratura ha tutti gli strumenti per perseguire il reato di trafficking, cioè di tratta di esseri umani, anche oltre i confini dello Stato. Lo faccia. Individui, attraverso il lavoro dei nostri investigatori e dell’intelligence impiegata sul campo, i responsabili di questo infame mercimonio. Colpisca le menti organizzative e finanziarie della rete criminale con mandati di cattura internazionali. Essere garantisti comporta di stare sempre e comunque dalla parte dei diritti degli accusati nella fase delle indagini e dello svolgimento del processo, non però di desiderare che feroci criminali, riconosciuti tali da giuste sentenze, la facciano franca.

La Commissione Europea, sempre pronta a redarguirci su tutto, pure sulla lunghezza standard delle zucchine, è corresponsabile per non aver aiutato il nostro Paese a fronteggiare la crisi. L’operazione “Mare Nostrum”, lodevole nei suoi aspetti umanitari, è totalmente inadeguata per risolvere alla radice il problema. Per questa ragione deve subire profonde modifiche, anche alla luce dell’emergenza sanitaria che si sta drammaticamente palesando in queste ore. Si pone, infatti, un problema di quarantena per quelle persone soccorse in mare che presentano i sintomi di malattie scomparse in Europa, ma endemiche in terra d’Africa, come il vaiolo. E per prudenza non parliamo del rischio, concreto, che vi possa essere contagio di ben più pericolose e devastanti patologie. Lo diremo fino all’ultimo fiato di voce: l’unica strada, giunti a questo punto di non ritorno, è l’attivazione del blocco navale delle coste della Libia per intercettare sul limite delle acque territoriali i barconi che salpano da quei porti. Una volta assistiti e rifocillati i migranti, le imbarcazioni devono essere scortate nei porti di partenza. La forza navale necessaria per sigillare con un cordone sanitario il mare di Libia dovrebbe essere europea e non soltanto italiana perché, per chi l’avesse dimenticato, il Canale di Sicilia è l’estremo confine meridionale dell’Europa, piaccia o no ai nostri partner.

Per decongestionare la piccola isola di Lampedusa si sta sovraccaricando l’intera area costiera della Sicilia meridionale ed orientale. I siciliani sono esasperati per l’inconcludenza dell’autorità centrale. Intanto, nel target dei trafficanti adesso vi sono anche i porti della Calabria e della Puglia. Praticamente la gran parte del Mezzogiorno d’Italia che, in teoria, dovrebbe campare di turismo. Secondo il ministero dell’Interno, dall’inizio dell’anno ad oggi, sono sbarcati 61.585 stranieri e almeno 5mila sono in viaggio e arriveranno, se non vi saranno imprevisti, nelle prossime ore. Le stime dicono che quest’anno si supererà ampiamente il numero di 100mila unità. È ammissibile tutto questo?

I partner comunitari che condividono la frontiera meridionale: Spagna, Grecia e Malta, da tempo applicano misure severissime per il respingimento dei clandestini. Frontex, l’agenzia che dovrebbe occuparsi delle frontiere esterne dell’Ue, è una struttura fantasma. Ha il centro direzionale a Varsavia, in Polonia. Il suo bilancio operativo è del tutto fallimentare. Non lo sapevano quei geni di Bruxelles che la direzione delle onde migratorie è dal Sud verso il Nord del mondo? Forse temevano l’invasione delle renne più di quanto temessero l’assalto di africani e mediorientali disperati? Cosa potrà mai comprendere di Lampedusa e dello scirocco che lì trasforma il mare di zaffiro in smeraldo, il signor Ilkka Laitinen, direttore di Frontex, cresciuto tra le bianche distese di neve della sua Finlandia?

Probabilmente la solerte ministra Federica Mogherini tra qualche giorno potrebbe essere catapultata sulla poltrona di Alto Rappresentante dell’Ue per gli Affari esteri e la politica di sicurezza. Non è che da quello scranno sia destinata a contare granché. Tuttavia, potrebbe dare una mano a uscire dal dramma in cui il Governo di cui lei stessa è emanazione ha precipitato il Paese. Lo faccia per spirito umanitario. Lo faccia per il bene di noi tutti e per la salvezza di quei disperati che vanno aiutati nei loro luoghi d’origine, per essere sottratti al mare e alle grinfie degli aguzzini.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:23