La verità ricercata dal Tribunale Dreyfus

Il Tribunale Dreyfus continua nella sua azione tesa all’accertamento della verità sugli avvenimenti che nell’estate e nell’autunno del 2011 portarono alle dimissioni del Governo di Silvio Berlusconi ed alla nascita dell’Esecutivo tecnico di Mario Monti. Dopo la denuncia presentata alla Procura di Roma che ha portato all’apertura formale di un’indagine sull’ipotesi che nei mesi torbidi dell’aggressione speculativa contro il nostro Paese i diritti politici degli italiani siano stati violati, il Tribunale Dreyfus ha effettuato una seconda iniziativa attraverso il sottoscritto e l’avvocato Valter Biscotti. Ha presentato cioè nei giorni scorsi una richiesta al Parlamento ed alla Commissione Europea tesa a conoscere i nomi dei funzionari europei che secondo la testimonianza dell’ex segretario al Tesoro Usa Timothy Geithner fecero pressioni sul Presidente Barack Obama per favorire la caduta di Silvio Berlusconi.

La richiesta è stata accolta in nome delle norme sulla trasparenza dell’attività della Ue e nella risposta al Tribunale Dreyfus è stato assicurato che i nomi dei funzionari partecipanti al vertice di Cannes dell’autunno del 2011, quello in cui si sarebbero svolti i fatti indicati da Geithner, verranno forniti entro i prossimi quindici giorni. La comunicazione della Ue, ovviamente, non porta all’automatica scoperta della verità. Ma serve ad avvicinarsi ad una corretta ricostruzione degli avvenimenti. Le indicazioni della Ue verranno immediatamente trasmesse dal Tribunale Dreyfus alla Procura di Roma, che indaga sulla oscura vicenda. Ed i magistrati romani verranno così messi in condizione di tentare di identificare chi tra i funzionari presenti a Cannes fece pressioni sulla delegazione Usa. E, soprattutto, quale era la nazionalità ed in nome e per conto di quale Governo o autorità europea i misteriosi personaggi operarono.

Sempre in nome della ricerca della verità su questa pagina oscura della storia nazionale, il Tribunale Dreyfus andrà avanti nella sua indagine procedendo ad una serie di pubbliche audizioni di tutti i principali testimoni di quelle tormentate giornate. In particolare di quanti hanno scritto libri sull’argomento, da Renato Brunetta ad Alan Friedman. E di quanti hanno vissuto in prima persona la fase del cosiddetto “complotto”.

Ma perché ostinarsi con tanto impegno per l’accertamento di una verità che comunque non può annullare la storia e riportare indietro le lancette della vita pubblica italiana? La risposta non riguarda solo Silvio Berlusconi e la soddisfazione personale e politica che potrà ottenere dallo smascheramento definitivo della trama oscura che lo ha defenestrato da Palazzo Chigi, a dispetto delle volontà di chi lo aveva votato e portato alla guida del Paese. La risposta riguarda soprattutto l’intera società italiana. Che ha il diritto di sapere quale sia la propria condizione all’interno della società europea. Ognuno di noi sa bene che l’adesione all’Unione Europea ha comportato una volontaria riduzione della sovranità nazionale a beneficio della sovranità sovranazionale europea. Questa riduzione di sovranità è fissata da Trattati che sono stati votati dal Parlamento, nel rispetto delle norme della Costituzione delle regole della democrazia. Ma fa parte dei trattati una riduzione di sovranità che prevede la sostituzione di un Governo non per scelta popolare o voto parlamentare, ma in seguito a pressioni insopportabili operate da governi stranieri e soggetti internazionali al di fuori ed in spregio di ogni intesa tra gli Stati europei? La verità, in sostanza, serve a sapere qual è la vera condizione dell’Italia all’interno dell’Unione Europea.

Se è una condizione paritaria come quella di tutte le altre nazioni piccole e grandi che fanno parte dell’Unione. O se è una condizione coloniale nei confronti degli Stati più forti o che si considerano tali. Sia nel primo caso che nel secondo è fin troppo evidente che se si vuole puntare all’integrazione politica dell’Europa, i trattati vanno adeguatamente rivisti e modificati. Per impedire l’eventuale ripetersi di complotti ai danni del nostro Paese o per cancellare (o per rendere ufficiale visto che a qualcuno piace essere schiavo) la sua condizione di colonia. Il futuro passa dalla verità! Vale per tutti, Renzi per primo!

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:28