Il Governo degli onesti   non serve a nessuno

Come dimostrano gli ultimi clamorosi casi di corruzione, riempire il Paese di autorità di controllo non serve a molto, se non a distribuire altre comode e ben retribuite poltrone. Per questo motivo quando il premier Matteo Renzi decise di creare, nella figura di Raffaele Cantone, l’authority contro la corruzione mi permisi di criticarne i fondamenti. In linea generale, al netto del malcostume amministrativo tutto italiano ritenevo, e tuttora ritengo, che sia l’eccesso di Stato e di spesa pubblica la causa principale di tale diffuso fenomeno. Uno Stato ipertrofico che si occupa di troppe cose anziché concentrarsi su un numero più limitato di compiti tra cui, per l’appunto, quello fondamentale di far rispettare le leggi.

È inevitabile che nel fiume di risorse controllate e intermediate dalla sfera politico-burocratica un congruo numero di banconote restino inopinatamente attaccate alle mani dei tanti servi infedeli della Repubblica. D’altro canto, per chi non lo sapesse, fin dal 2006 esiste un’altra authority che vigila sugli appalti pubblici: l’Avcp, acronimo che sta per Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture. Ebbene, questo ennesimo baraccone di controllo, oltre ad impiegare più di 300 persone, non risulta che in questi ultimi anni si sia particolarmente distinto nella lotta alla medesima corruzione, tanto che appare praticamente sconosciuto ai più.

Poco prima che scoppiasse il caso del Mose di Venezia, sembra che lo stesso Raffaele Cantone e il presidente dell’Avcp, Sergio Santoro, abbiano avuto un incontro per mettere a punto una strategia comune d’azione. Ovviamente, dato che l’attuale premier continua a cavalcare l’illusione del governo migliore quale sinecura per tutti i nostri mali, l’esecutivo non può che plaudire a simili iniziative. Molto meno noi incalliti liberali che, proprio sulla base dell’esperienza, ci ostiniamo a pensare che il paradigma giusto da perseguire sia quello di un governo che governi il meno possibile. La strada dell’inferno è sempre più lastricata di buone intenzioni e, soprattutto, dell’utopia degli onesti al potere.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:23