Il paradigma grillino nella polveriera-Italia

In questa convulsa campagna elettorale, la quale appare sempre più decisiva per le sorti del Premier Matteo Renzi, molta attenzione viene dedicata dai media ai suoi più acerrimi avversari: gli esponenti del Movimento Cinque Stelle. Costoro, Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio in testa, in tal modo possono spiegare ai quattro venti dell’informazione quelli che sono i loro principali punti fermi, a partire dal classico: “Mandiamoli tutti a casa”.

Ora, sotto questo profilo i grillini esprimono tutta una serie di paradigmi politici, per così dire, che sono da molto tempo patrimonio comune di una certa demagogia usata a piene mani dai collettivismi di ogni colore. In particolare uno dei più nefasti, espresso con molta chiarezza nel corso di un’intervista televisiva dal pentastellato Alessandro Di Battista (nella foto), è quello che considera la democrazia rappresentativa alla stregua di un formidabile strumento atto a creare un diffuso benessere materiale nella società. Benessere materiale che, secondo questa perniciosa semplificazione, dipenderebbe in positivo dalle deliberazioni che vengono prese nei luoghi della medesima rappresentanza, Parlamento su tutti.

Tanto è vero che lo stesso Di Battista ha dichiarato che il ricambio politico per il quale si batte il suo partito/movimento è finalizzato a selezionare una classe dirigente in grado di votare i provvedimenti che servono a migliorare la condizione delle persone. E tra le cose che un Parlamento totalmente rigenerato dovrebbe immediatamente far trasformare in legge, l’esponente grillino ha citato il cosiddetto reddito di cittadinanza. Dunque, a parere di questo giovanotto di belle speranze, la ricchezza di una nazione – in questo caso necessaria per coprire i costi dissennati di un sostegno economico concesso sulla base della semplice esistenza in vita – non dipende dalla spinta spontanea a produrre ed a scambiare i frutti del proprio lavoro presente negli individui. Niente di tutto questo. Nella visione a cinque stelle del parlamentare grillino la ricchezza si crea e si redistribuisce attraverso un atto deliberato della sfera politica. E mentre la nostra piccola riserva indiana liberale continua a credere che il governo migliore è quello che governa meno, la marea montante del collettivismo pentastellato chiede e invoca l’esatto contrario: più Stato, più leggi e più intervento della politica nella società e nell’economia.

Se questa è la linea del cambiamento proposta da costoro, non resta che metterci l’elmetto e abbassare la testa. Con simili idee la polveriera-Italia non può che saltare in aria. D’altro canto, se i popoli involuti hanno bisogno di sperimentare le ricette sbagliate per tornare sulla strada della ragione, allora gli uomini di Grillo sembrano perfettamente adatti allo scopo.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:25