Il bicchiere mezzo pieno del Premier Letta

Nella politica italiana vige da molto tempo una sorta di dinamica del bicchiere. Quest’ultimo sempre mezzo pieno per chi sta al Governo e sempre mezzo vuoto per l’opposizione di turno. E così a farla da padrona è quasi esclusivamente la propaganda in un senso o nell’altro, come nel caso dei fantomatici 500 milioni di euro – che corrispondono a circa un cinquantesimo dell’intero gettito Imu per capirci - di investimenti che un grande fondo finanziario kuwatiano ha deciso di realizzare in Italia. Si tratta ovviamente di una cosa positiva - meglio che niente - ma sostanzialmente una briciola se posta di fronte alla catastrofe economica e finanziaria che sta investendo il Paese oramai da molto tempo.

Una piccola boccata d’ossigeno che non può certamente invertire la tendenza alla fuga in massa di aziende e capitali che rischia di trasformarsi rapidamente in una rotta drammatica. Per questo motivo l’ottimismo del bicchiere mezzo pieno del Premier Letta va rigettato completamente, al pari dei suoi richiami a non fare del disfattismo. I problemi dell’Italia sono di natura strutturale, come ci sforziamo di ripetere da anni, e non si risolvono a colpi di ottimismo della ragione. Il nostro sistema, checché ne dica il Presidente del Consiglio, non è assolutamente attrattivo sul piano degli investimenti produttivi per alcuni motivi di fondo: fiscalità allargata feroce, eccesso di norme e di burocrazia, inefficienza del sistema pubblico (giustizia compresa), livello delle infrastrutture a dir poco fatiscente.

In estrema sintesi, abbiamo uno Stato dai costi esorbitanti che non funziona e che, di conseguenza, tende a mandare fuori mercato l’intero apparato produttivo. Ora, o tutto questo si affronta con misure adeguate, riducendo in prospettiva il perimetro della mano pubblica a tutti i livelli, o ci si deve rassegnare alla desertificazione economica in atto. Misure adeguate che l’attuale Governo non sembra lontanamente in grado di adottare. Ma in assenza di ciò, continuare a far la questua in giro per il mondo, con la speranza di far credere agli altri che il nostro è un sistema efficiente e competitivo, servirà a ben poco. Oramai più nessuno porta l’orecchino al naso e la sveglia al collo, egregio Enrico Letta.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:24