Valori e contenuti del

No alla politica autoreferenziale, avulsa dalla realtà, sussiegosa, sì ad un “campo” liberale: è la proposta della “Comunità de L’Opinione”. Si tratta però di un campo tutto da coltivare, pieno di erbacce, arido e poco considerato. Per uscire dalla metafora, bisogna dare contenuti e non sarà facile. Per la complessità della situazione, per la disabitudine della politica a interloquire con i cittadini al di fuori del contesto elettorale o dei traffici clientelari, per l’esigenza di declinare i valori della libertà in contenuti progettuali.

Gli strumenti della buona politica sono il confronto e la mediazione, che richiede flessibilità e onestà intellettuale, perché nella società complessa e globale, esposta alle intemperie della finanza predatrice e dei conflitti latenti di ogni tipo, l’esigenza della rappresentazione degli interessi economici e sociali si deve coniugare con l’intelligenza dei decisori. Gli uni sono funzionali agli altri. La rappresentazione è affidata alla partecipazione, all’impegno personale dei cittadini.

L’intelligenza dei decisori è fattore di successo, nel rispetto dei fatti e delle esigenze sia di progresso, che di tutela della tradizione italiana. Senza libertà di pensiero, di espressione, di evoluzione e di condivisione delle idee, di progettazione e di esercizio delle potestà civili, sociali e politiche, la libertà è parola vuota, come sanno i cittadini che non ricevono giustizia, i risparmiatori che vengono depredati, i contribuenti che vengono spremuti in danno delle loro famiglie e delle loro imprese, gli imprenditori che subiscono le trappole della burocrazia e della politica. 

Libertà come esercizio di dignità personale e nazionale. Benedetto Croce comprese che l’accettazione acritica, espressa in Parlamento con il voto, del trattato di pace del 1947, imposto come atto unilaterale, munito di clausole vessatorie, intente ad esprimere “un giudizio morale e giuridico e la pronunzia di un castigo che essa (Italia) deve espiare per redimersi” e quindi ad umiliare il popolo italiano, già tradito dal ceto dirigente in fuga, avrebbe provocato il crollo del sentimento nazionale e la dissipazione dei valori della tradizione. La sua fu una posizione lungimirante ma isolata.

La storia gli ha dato ragione. I governi di Cln, che si sono avvicendati alla guida del Paese fino al 1992/4, hanno completato la disfatta della società italiana, infliggendo fratture insanabili, utili a dissimulare il sacco dei beni e dei valori nazionali. Per questo gli italiani sono stremati, perché soffrono di una povertà materiale e valoriale, che è stata scientemente indotta a scopo di sopraffazione morale e giuridica. La costituzione è agitata periodicamente per le strade ad uso e consumo di coloro che ne fanno strame, intesi a sovrastare il sistema di diritto con le relazioni “amicali”, che il Financial Times assume per disperse, ma che non lo sono.

L’Opinione ha promosso campagne di tutela della libertà, dei diritti e dei beni dei cittadini e, più volte, è intervenuta a favore del risparmio, che la Consob oggi, nella formulazione del nuovo piano triennale, riconosce tradito, denunciando opacità e conflitti che hanno prevaricato i deboli in favore dei gruppi organizzati, ma nulla dice sui rimedi possibili e sul suo impegno concreto per ristabilire le ragioni del diritto e della libertà di vivere dignitosamente, non soltanto di sopravvivere.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:49