
Passi che Papa Francesco reagisca alla tragedia delle centinaia di migranti morti di fronte all’isola dei Conigli di Lampedusa lanciando il suo grido di “vergogna”. Il Pontefice fa il suo mestiere. Che non è quello di indicare soluzioni concrete al problema delle difficoltà di controllo dei flussi d’immigrazione provenienti dai Paesi dell’Africa e del Medio Oriente. Ma è quello di lanciare moniti morali per risvegliare le coscienze troppo spesso addormentate del mondo occidentale. Si può forse nutrire un pizzico di perplessità di fronte a un grido che sembra essere un po’ venato di facile pauperismo terzomondista. Ma anche questo pizzico di perplessità viene superato e dissolto dalla considerazione che la missione del Vicario di Cristo può essere svolta anche cedendo di tanto in tanto alla moda egemone del politicamente corretto.
Ma se il Papa ha la licenza agli appelli morali, i rappresentanti delle istituzioni dovrebbero limitarsi a svolgere le funzioni loro assegnate dalla Costituzione. Ed evitare di imitare il Pontefice come tende a fare la Presidente della Camera, Laura Boldrini, con le sue tirate moralistiche prive di qualsiasi aggancio alla realtà degli avvenimenti. O i tanti esponenti dei partiti della sinistra che di fronte a un tragico naufragio di disperati proveniente dal Corno d'Africa e brutalmente sfruttati dai moderni mercanti di carne umana invocano l’abrogazione della legge Bossi-Fini e una nuova normativa sull’accoglienza. A conferma del loro ideologismo astratto incapace di prendere coscienza che non saranno nuove leggi, tese a spalancare le porte del Paese, a combattere la piaga della tratta degli schiavi del terzo millennio. Il richiamo al rispetto del ruolo istituzionale andrebbe rivolto anche al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Che non si è limitato a manifestare il dolore e il cordoglio per la tragedia, ma ha colto l’occasione per tornare ancora una volta a svolgere un ruolo politico improprio lanciando la proposta di mettere sotto controllo i flussi migratori pattugliando le coste dei Paesi da dove partono i barconi carichi di disperati. Intendiamoci, l’idea è sicuramente suggestiva. Ma, a parte che non basterebbero le marine di tutti i Paesi dell’Europa mediterranea ad assicurare un pattugliamento efficace delle migliaia di chilometri delle coste del Medio Oriente e dell’Africa del Nord, non sembra far parte dei compiti assegnati dalla Costituzione all’inquilino del Quirinale. L’idea del pattugliamento, oltre tutto da concordare con gli Stati le cui coste dovrebbero essere controllate, può venire dal Ministero degli Esteri, da quello dell’Interno, da quello della Difesa o dallo stesso Presidente del Consiglio. Di sicuro non può essere espressa dal Capo dello Stato. Al quale si può mostrare simpatia e apprezzamento per la vitalità che mette in mostra. Ma al quale ogni tanto bisogna pur ricordare che si chiama Giorgio e non Barack!
Aggiornato il 09 aprile 2017 alle ore 15:21