
Silvio Berlusconi sarà certamente irresponsabile nel volere la crisi e le elezioni anticipate, come sostengono gli apologeti della stabilità a tutti i costi. Ma, per onestà intellettuale e correttezza informativa, va rilevato che si trova in ampia compagnia. Non è solo lui, infatti, a desiderare la fine delle larghe intese, la caduta del governo di Enrico Letta ed il ricorso al voto entro novembre o, più probabilmente, verso febbraio o marzo.
Il primo a predicare la necessità di andare al votare al più presto, senza la pretesa di imbarcarsi nell'impresa impossibile di cambiare la legge elettorale (come ?) è Beppe Grillo. Per gli apologeti della stabilità intesa come bene supremo Grillo, ovviamente, non conta. Perché, ai loro occhi, è un irresponsabile per definizione. E come tale non ha diritto di parola nel bel mondo del politicamente corretto. Purtroppo per loro, però, Grillo rappresenta un movimento che ha raccolto un terzo dei votanti alle ultime elezioni.
Che potrebbe essere determinante per la formazione di un governo di sinistra alternativo a quello delle larghe intese. Ma che non ha alcuna intenzione di farlo perché punta, apertamente e forse anche ingenuamente, ad andare subito al voto per fare il pieno dei delusi della politica di sinistra e di centro destra e diventare il primo partito italiano con il diritto ad assumere la guida del futuro governo. Berlusconi e Grillo sono gli unici irresponsabili? Niente affatto.
Sul versante moderato ci sono Fratelli d'Italia e Lega che chiedono le elezioni e su quello di sinistra Sel nasconde sotto la prosa pedantemente immaginifica di Nichi Vendola la sua voglia di andare al voto al più presto. Il catalogo si esaurisce qui? Niente affatto. Perché ciò che gli apologeti della stabilità nascondono che a questa sequela di irresponsabili si aggiunge in un ruolo assolutamente prioritario il Partito Democratico di Guglielmo Epifani.
Nel momento in cui il segretario del Pd esclude senza mezzi termini la possibilità di mantenere in vita l'attuale governo grazie al contributo di qualche transfuga dal Pdl o da Cinque Stelle, di fatto indica senza possibilità di equivoco che la sorte di Letta è segnata e che l'unico sbocco possibile della crisi è quello delle elezioni anticipate.
Lo fa perché pensa che si arrivato il momento di approfittare dell'azzoppamento giudiziario di Berlusconi e farla finita con il berlusconismo? Lo fa perché in questo modo può rinviare il congresso, conservare la segreteria e giocare la carta di Renzi per la premiership impedendo al sindaco di Firenze di impadronirsi del partito? Ogni ipotesi può essere quella giusta.
Ma qualunque sia la risposta è un fatto che Epifani ed il gruppo dirigente del Pd hanno scelto da tempo di puntare alle elezioni (esattamente da quando hanno deciso di approfittare della sentenza della Cassazione per dare il colpo finale a Berlusconi) e sono decisi ad andare fino in fondo. Il dramma delle colombe del Pdl è proprio questo. Possono anche rompere e creare un gruppo parlamentare diversamente berlusconiano.
Ma al momento non hanno alcuno sbocco politico. Tranne quello di continuare a battersi all'interno del proprio partito per la conquista dell'egemonia in un dopo-Berlusconi al momento ancora lontano!
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:51