La politica del nulla aumenta la demagogia

Secondo gli ultimi sondaggi il M5S viene dato in forte risalita, dopo la debacle delle recenti amministrative, in cui sembrava che il vero e proprio crollo delle truppe grilline fosse inesorabile. Ma in assenza di una offerta democratica appena accettabile possiamo dire che la politica del nulla ancora una volta al governo stia ridando fiato alla demagogia del nulla che vi si oppone.

 Basta osservare il surreale balletto che i due maggiori partiti delle larghe intese stanno inscenando per rendersene conto. Ambedue incapaci di affrontare il nodo fondamentale della nostra crisi sistemica, ossia un eccesso di spesa pubblica e di conseguente tassazione, Pd e Pdl -alias Forza Italia- si sono rinserrati nel fortalizio sterile di posizioni programmatiche falsamente risolutive. Puri specchietti per le allodole che servono solo a tenersi il proprio elettorato di base, senza modificare di una virgola l'attuale condizione del Paese.

 Infatti, ad un Partito democratico che si batte per ridurre il famigerato cuneo fiscale -in ossequio all'onda lunga di una propaganda basata da sempre sulla centralità del posto di lavoro- a colpi di altre tasse, si contrappone un Pdl brunettiano che intona il suo alto peana per ridurre quest'ultime esclusivamente in deficit, evitando accuratamente di affrontare nella sostanza il dimagrimento di uno Stato che oramai controlla il 55% e oltre del reddito nazionale.

E tra la prospettiva di morire di tasse o di soffocare sotto il peso di un indebitamento insostenibile non sembra esserci una gran differenza: in entrambi i casi le ricette prospettate non lasciano alcuna speranza in merito all'inesorabile declino dell'Italia. La coperta economica e finanziaria è oramai troppo corta e nessuna partita di giro sarà in grado di dare sollievo alla struttura produttiva del Paese, facendo ripartire consumi e investimenti dal lato dell'offerta. Occorrono scelte drastiche dal lato di una sostanziale riduzione del perimetro pubblico, creando i presupposti per abbattere di alcuni punti una pressione fiscale giunta a livelli assolutamente insopportabili.

Oramai a ben poco servono gli appelli e le rassicurazioni di antica matrice democristiana sul bicchiere mezzo pieno di una ripresa da cogliere ma che, ahinoi, la crudezza dei dati statistici ci dice che continuiamo a vedere col binocolo. Un sistema avvitato intorno ad un modello di welfare straccione che promette a tutti sussidi e sostegni, massacrando di fatto chiunque osi entrare nel mondo della produzione concorrenziale, non si cura con i pannicelli caldi di qualche spicciolo tolto al costo del lavoro o con uno o due tasse eliminate senza coperture. In assenza di scelte coraggiose, sempre più tardive in verità, la citata demagogia del nulla, oramai molto presente anche nei partiti più grandi, è destinata presto a prendere il sopravvento, con esiti che si possono solo immaginare.

Aggiornato il 09 aprile 2017 alle ore 15:42