
Ma a che serve tenere in vita un governo che non riesce neppure a trovare, nelle pieghe di una spesa pubblica gigantesca, il miliardo necessario ad evitare l'aumento dell'Iva? L'interrogativo è legittimo. E va rivolto soprattutto a Silvio Berlusconi che, a dispetto di tutte le previsioni che lo volevano deciso a staccare la spina ad Enrico Letta come reazione alla invereconda persecuzione a cui è sottoposto, ha preferito ancora una volta puntare sulla stabilità del paese piuttosto che sulla ritorsione ad una aggressione diventata insopportabile.
Ma questa domanda, che presuppone la consapevolezza della incapacità dell'esecutivo di avviare un qualsiasi tentativo di rilancio dell'economia nazionale, ha due risposte precise. La prima è che la caduta delle larghe intese non porterebbe ad elezioni anticipate immediate ma, al contrario, alla formazione di un altro esecutivo destinato ad essere sicuramente peggiore di quello esistente. La seconda è che tenere in piedi l'esecutivo guidato da Enrico Letta consente di far conservare al Pdl il ruolo di forza determinante degli attuali equilibri politici del paese e di poter preparare, proprio sulla base di questo ruolo, le condizioni migliori per la resa dei conti finale.
Al voto, in sostanza, si andrà con ogni probabilità nella prossima primavera. Prima delle elezioni europee e, con ogni probabilità, insieme con le amministrative che riguarderanno buona parte delle amministrazioni locali. Per il centro destra si tratterà di una lunghissima campagna elettorale anomala. Perché vi parteciperà con il proprio leader non più candidabile e posto in una condizione di forte limitazione della propria libertà.
Qualcuno pensa che il Presidente della Repubblica, di fronte ad una anomalia così marcata del gioco democratico e per evitare di far scendere il paese ai livelli di alcune repubbliche post-sovietiche dell'Est, potrebbe concedere al Cavaliere quella grazia che gli assicurerebbe almeno l'agibilità fisica durante la campagna elettorale. Ma è bene non farsi soverchie illusioni in proposito. Perché la sinistra antiberlusconiana conta proprio sull'azzoppamento del leader del Pdl per “asfaltare” il centro destra una volta per tutte. Ed il Quirinale sarà investito da tali e tante pressioni contrarie al riequilibrio del gioco democratico che difficilmente potrà emettere un qualsiasi provvedimento di clemenza.
Il centro destra, dunque, dovrà giocare la propria partita elettorale con il proprio campione in panchina (se non addirittura in tribuna). Per questo deve sfruttare l'inutile stabilità che ha deciso di assicurare per arrivare alla sfida finale usando al meglio il Berlusconi dimezzato e realizzando nei prossimi mesi la doppia impresa di rilanciare Forza Italia e di dare vita ad un grande rassemblement di tutte le forze decise ad impedire la definitiva ucrainizzazione del nostro paese.
Da adesso in poi, quindi, il primo obbiettivo è di trovare la strada per assicurare l'agibilità politica al Cavaliere e di realizzare, visto che Napolitano e la Corte Costituzionale non consentiranno di andare al voto con il Porcellum, una legge elettorale capace di salvaguardare la democrazia dell'alternanza.
Aggiornato il 09 aprile 2017 alle ore 15:13