“Buoni” e “cattivi” per la sinistra italiana

Così come accadde ai tempi della demonizzazione del cosiddetto Caf (Craxi, Andreotti e Forlani), un' ampia componente politica di questo disgraziato Paese cerca in tutti i modi di speculare al massimo grado sulle ultime vicende giudiziarie di Silvio Berlusconi. Buona parte della sinistra italiana e il M5S stanno, in particolare, veicolando lo stesso messaggio che le componenti giustizialiste e forcaiole della prima Repubblica utilizzarono a piene mani all'indomani dell'inizio dell'operazione Mani pulite.

Oggi come vent'anni orsono si cerca di far passare l'idea, del tutto priva di alcun fondamento reale, che mettendo in galera i "ladri" della politica, il sistema democratico come per incanto si trasformerebbe in una sorta di giardino fiorito a beneficio di tutti. La crisi economica e la diffusa povertà si dissolverebbero nel nulla, non appena i corrotti presenti in Parlamento fossero chiusi in una cella, gettando la chiave nella spazzatura.

Ovviamente, prescindendo da qualunque strumentalizzazione di partito, chi pensa in questi termini ritiene che la sfera politica, composta da immacolati sacerdoti del bene comune, abbia il potere di trasformare in senso positivista ogni aspetto dell'esistenza umana, creando il regno della felicità universale. Ed è per questo che sotto tale profilo l'accezione “ladro” viene intesa dai campioni della demagogia, oramai dilaganti nelle piazze e nei vari pollai televisivi in cui si fa finta di parlare di cose serie, come sinonimo di un personaggio che "ruba" alla società il proprio benessere.

Da qui l'enfatizzazione interessata dell'atavico meccanismo del capro espiatorio, stile “caccia all'untore”, a cui attribuire ogni colpa nella mancata edificazione della citata felicità universale. Evidentemente, in chi mangia pane e demagogia forcaiola da sempre il sospetto che, Berlusconi o meno, ci si trovi di fronte ad un colossale problema di sistema, determinato proprio da un eccesso di politica interventista a tutti i livelli, non passa nemmeno per l'anticamera del cervello.

Per il fronte dei duri e puri, il nodo di un Paese soffocato dalla spesa pubblica, dalle tasse e dalla burocrazia si scioglie semplicemente condannando per l'eternità il leader ventennale del centro-destra. Ma in questo modo, continuando ad alimentare una vecchia quanto sinistra propensione a dividere il mondo in buoni e cattivi, non si aiuta certamente il Paese ad interrogarsi sui veri aspetti, per l'appunto di natura sistemica, che stanno alla base del nostro evidente declino.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:50