La leadership non il seggio

Lo scontro sul voto segreto nell'aula del Senato sulla decadenza di Silvio Berlusconi disinnesca la mina che sarebbe dovuta scoppiare mercoledì nel corso della riunione della Giunta per le elezioni di Palazzo Madama. Il Pdl, ovviamente, reagirà duramente alla ufficializzazione dell'alleanza tra Pd e grillini cementata dall'antiberlusconismo più intransigente. Ma ormai è fin troppo evidente che il momento della resa dei conti è rinviato a quando l'assemblea del Senato sarà chiamata a decidere a scrutinio segreto della sorte da riservare al leader del centro destra. Lo slittamento ad una data di ottobre ancora tutta da definire della partita sulla stabilità del governo di Enrico Letta chiude di fatto la cosiddetta “finestra elettorale di novembre” e produce conseguenze fin troppo evidenti.

In primo luogo rinvia automaticamente alla prossima primavera il momento di eventuali elezioni anticipate. Inoltre sposta sulle convulsioni della fase congressuale del Pd le principali responsabilità di una eventuale crisi. Ed infine offre a Silvio Berlusconi la possibilità di predisporre con maggiore tranquillità la strategia da attuare per non perdere quel ruolo di leader incontrastato dell'area moderata che rimane, anche in caso di decadenza e non candidabilità, il principale scudo protettivo non solo per se stesso e per le proprie aziende ma anche per l'intero fronte del centro destra. Il vero obbiettivo del Cavaliere, infatti, non è di conservare il seggio senatoriale per meglio tutelarsi da qualche ulteriore accelerazione della persecuzione giudiziaria ai suoi danni da parte delle solite Procure.

I fatti seguiti alla sentenza della Cassazione dimostrano che lo scudo parlamentare è del tutto inefficace. L'obbiettivo, al contrario, è di mantenere, anche pagando le conseguenze della persecuzione giudiziaria, quella leadership dell'area alternativa alla sinistra che, oltre ad essere l'unico scudo personale possibile, tiene insieme lo schieramento moderato e garantisce il sistema bipolare e la democrazia dell'alternanza. E' conciliabile la conservazione della leadership con gli arresti domiciliari o con l'affidamento ai servizi sociali? Sicuramente si. Anzi, la condizione afflittiva potrebbe addirittura potenziare il ruolo di punto di riferimento dei moderati italiani. Ma solo a condizione di sfruttare ogni occasione per ribadire che l'afflizione giudiziaria del Cavaliere costituisce il punto di arrivo di una persecuzione giudiziaria, politica e mediatica che non riguarda solo una persona ma l'intera comunità da lui rappresentata.

E di passare dalle parole ai fatti facendo partire il progetto della nuova Forza Italia, caratterizzata come forza tesa alla difesa delle libertà, delle garanzie e dei diritti individuali del cittadini lanciando la proposta di una nuova aggregazione federale di un centro destra allargato dove siano presenti le componenti liberali, popolari, riformatrici e federaliste che si battono per l'innovazione e la modernizzazione di un paese da troppo tempo paralizzato della sinistra conservatrice e paralizzatrice. Se si vota in primavera Berlusconi ha tutto il tempo di giocare la nuova partita. Senza rotture intempestive ma con la consapevolezza che la resa dei conti è comunque inevitabile!

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:52