Il problema non è la decadenza di Silvio Berlusconi da parlamentare. Che è scontata. Sia se verrà decisa dal voto della Giunta o dell'aula del Senato, sia se sarà stabilita dai magistrati della Corte d'Appello di Milano. Il problema vero è la dignità del Cavaliere. Che gli esponenti del Pd, di Sel e di Cinque Stelle, su ispirazione dei giustizialisti più oltranzisti, vogliono decisamente negare riservando a Berlusconi una cacciata dal Parlamento talmente ignominiosa da segnare con il marchio dell'obbrobrio la sua figura e l'intero ventennio segnato dalla sua storia politica.
E che il Cavaliere, i suoi figli ed amici e dirigenti del Pdl vogliono comunque difendere e salvaguardare per evitare una infamia che non riguarderebbe solo l'uomo ma l'intera comunità politica che si è riconosciuta e continua a riconoscersi in lui. Secondo i giustizialisti oltranzisti il problema non sarebbe la dignità ma il patrimonio. Ipotesi che in parte è sicuramente vera . Ma che nel momento in cui viene formulata rende evidente la volontà dei nemici del Cavaliere di non accontentarsi della decadenza e dell'applicazione della pena stabilita dalla Cassazione ma di pretendere la distruzione completa e definitiva del proprio nemico e l'eliminazione di ogni possibile rischio di resurrezione e di ritorno in campo.
Non a caso Pd, Sel e Cinque Stelle vorrebbero approvare una legge, questa si perfettamente ad personam, che impedisce ai condannati per corruzione ed evasione fiscale di finanziare movimenti politici! Non risulta, però, che la Cassazione, oltre a quattro anni di reclusione ed alla interdizione dai pubblici uffici da ricalcolare, abbia stabilito che le aziende berlusconiane debbano essere espropriate e che al Cavaliere debba essere estirpato il diritto alla libertà d'opinione che la Costituzione riconosce ad ogni cittadino, anche a quelli pregiudicati.
E non risulta, soprattutto, che la sentenza stabilisca come pena aggiuntiva una fine della dignità destinata a tradursi nell'esclusione ignominiosa dalla politica non solo del Cavaliere ma dell'intero popolo di cui è stato rappresentante. In questa luce appare fin troppo evidente che il problema della dignità personale di Berlusconi e del modo con cui debba subire la decadenza diventa il problema della dignità collettiva e della presenza sulla scena politica nazionale dell'intero mondo dei moderati italiani.
La sinistra, dominata dai giustizialisti oltranzisti e da quelli che lo sono strumentalmente per la concomitanza del dibattito precongressuale del Pd, vuole approfittare dell'occasione per cancellare in un colpo solo Berlusconi ed il centro destra. Così come Silla faceva di Mario e dei suoi sostenitori e viceversa. Il centro destra ed il suo massimo rappresentante si battono per una dignità che non consenta solo di evitare la pena aggiuntiva ed inesistente dell'esproprio delle aziende berlusconiane ma anche di restare comunque in campo ( il Cavaliere come leader extraparlamentare ) per difendere i propri valori e le proprie idee. Chi banalizza la questione trasformandola in problema penale personale compie un grave errore. Non sarà facile e neppure indolore applicare l'ostracismo con ignominia nei confronti della metà degli italiani !
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:51