
Il caso Fassina, accusato da Susanna Camusso di aver compiuto un grave errore politico per aver affermato che esiste anche una evasione fiscale di sopravvivenza, mette chiaramente a nudo che il dibattito precongressuale in corso nel Partito Democratico è del tutto inutile.
Ma di che vanno discutendo i vari Civati, Cuperlo, Puppato, Orfini? Perché si agita tanto il sindaco di Firenze Matteo Renzi che vuole tutto e subito ma non riesce a spiegare per che farne? A che serve che Bettini si comporti come Penelope per tessere una tela infinità destinata ad essere comunque strappata dalla realtà dei fatti? E a quale scopo si agitano i D'Alema, i Veltroni, i Bersani, la Bindi e lo stesso Presidente del Consiglio Letta esaurendosi nel disegnare il futuro di un partito che è già scritto, definito, marmorizzato?
Al declino del Pd nato dalla fusione fredda tra gli eredi del Pci e gli eredi delle correnti democristiane d'ispirazione dossettiana , declino dimostrato dal dimezzamento degli iscritti avvenuto nel giro di pochi anni, ha corrisposto la stabilità numerica ed organizzativa della vecchia cinghia di trasmissione rappresentata dalla Cgil. È il sindacato, composto ormai per il cinquanta per cento di pensionati e per il restante cinquanta in grandissima parte di dipendenti pubblici, che porta i militanti nei gazebo a votare per le primarie, riempie le piazze per la grandi manifestazioni, assicura i risultati alle amministrative grazie ad una organizzazione che ha facile gioco nei confronti dei partiti di area avversa totalmente disorganizzati e garantisce lo zoccolo duro dei voti per il Pd alle elezioni politiche.
La brusca bacchettata della Camusso a Fassina è stata come la scoperta del bambino della favola che il “re è nudo”. Ha reso clamorosamente evidente la totale dipendenza politica e culturale del Pd dalla Cgil. E, di conseguenza, ha trasformato tutto il dibattito precongressuale del partito guidato da Guglielmo Epifani (non a caso uomo del sindacato costretto ad intervenire per evitare l'implosione del Pd) in una sorta di inutile sceneggiata fatta solo a beneficio dei media e che ormai non serve più a nascondere la realtà della dipendenza assoluta del partito della sinistra al sindacato della sinistra.
Grazie alla franchezza brutale di Susanna Camusso oggi si deve prendere atto che il Partito Democratico è di fatto un partito commissariato. I suoi dirigenti possono anche passare il tempo a starnazzare come oche impazzite su chi dovrà fare il segretario e chi l'aspirante premier. Ma ora è fin troppo chiaro che comunque dovranno rispondere ad una autiorità superiore rappresentata dal vertice di una Cgil che, non essendo più il sindacato dei lavoratori attivi ma solo di quelli pensionati, dei dipendenti pubblici e di quelli comunque tutelati , rappresenta la forza più conservatrice del paese.
Per cui sarebbe opportuno che ci venisse risparmiato lo spettacolo inutile di una direzione lacerata e di un partito in frenesia precongressuale. I dirigenti del Pd prendano atto della loro condizione , riconoscano alla Camusso il ruolo di commissario politico della sinistra e la facciano finita!
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:53