Pd e M5S producono solo fisco oppressivo

È finalmente accontentato chi vuole sapere quali effetti avrebbe potuto provocare l'alleanza di governo tra Pd e Movimento Cinque Stelle tanto ricercata da Pier Luigi Bersani e tanto rimpianta da una buona fetta del Partito Democratico. Perché l'alleanza è fallita, il rimpianto è rimasto ma un effetto si è comunque avuto. Grazie alla iniziativa del grillino Giacomo Pisano che ha presentato un emendamento in materia fiscale alla commissione Affari Costituzionali e Bilancio ed alla pronta adesione alla iniziativa stessa generosamente data da Stefano Fassina, che è vice ministro dell'Economia del governo e responsabile del settore economico del Pd.

Questo effetto si chiama Durt ed è un documento unico di regolarità tributaria che impone alle imprese, grandi o piccole che siano, una serie di 21 adempimenti burocratici che se non adempiuti bloccano di fatto l'attività dell'azienda. Serve un provvedimento del genere? I promotori, in nome della necessità richiamata dallo stesso Presidente del Consiglio Letta di fronte ai dipendenti romani dell'Agenzia delle Entrate di rendere sempre più decisa la lotta all'evasione, dicono ovviamente di sì. Ma i rappresentanti delle imprese, che già debbono districarsi nella giungla delle infinite e spesso contraddittorie normative ispirate sempre alla necessità di fare fronte all'evasione, sostengono il contrario e minacciano addirittura di scendere in piazza se il provvedimento non verrà modificato.

Perché, spiegano, l'incombenza di assolvere altri adempimenti si traduce per le aziende minori in una vera e propria tassa aggiuntiva rappresentata dall'aumento del costo già alto dei consulenti fiscali. Con la conseguenza di aggravare la condizione già pesantissima in cui versano le piccole e medie aziende provocandone la morte o la fuga all'estero.

Non ci vuole una particolare competenza per capire che la protesta è fin troppo fondata. Un paese che va a fondo a causa del peso sempre più insopportabile del carico fiscale aggravato dai costi aggiuntivi provocati dalla cappa burocratica che lo opprime non può più essere la cavia delle sperimentazioni di vetero socialismo reale fatte da legislatori improvvisati e nostalgici impenitenti.

Ora può anche essere che il governo raccolga il grido di dolore (vero) dei rappresentanti delle imprese e riseca a correggere il provvedimento. Può essere ma non è certo. Visto che Letta predica il massimo rigore quando parla agli agenti delle tasse e promette la riduzione delle stesse quando incontra le categorie produttive. Ma è proprio questa incertezza che provoca la preoccupazione crescente di chi continua a sostenere con il proprio lavoro l'economia nazionale e che impone di assumere posizioni nette nei confronti di una oppressione fiscale che, con la scusa della lotta all'evasione, non solo sta provocando spinte recessive sempre più incontrollabili ma sta causando la trasformazione dello stato di diritto in uno stato autoritario di stampo post-marxista che cancella l'economia di mercato fondata sulla libertà delle imprese e conculca in maniera insopportabile tutti i diritti individuali inalienabili del cittadini.

Se questo è ciò che avrebbe prodotto o potrebbe produrre l'alleanza tra gli sfascisti grillini e la sinistra conservatrice, ora conosciamo il nemico da combattere!

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:49