
C'è una contraddizione nell'appello alla destra diffusa presente nel paese per una aggregazione capace di offrire una proposta di governo ed il progetto di riunificare in un unico soggetto politico i segmenti sparsi della ex An in nome della comune identità. Perché l'identità che dovrebbe essere il fattore unificante dei componenti della grande area che si vorrebbe trasformare in soggetto politico è in realtà un fattore divisivo e limitatore, capace al massimo di aggregare una nicchia ma non di dare vita ad uno schieramento rappresentativo della destra diffusa che è maggioranza nel paese. Naturalmente tutti i tentativi di riunificazione promossi dagli esponenti e dagli intellettuali di estrazione ex Msi o ex An sono legittimi. Chi ha alle spalle una storia ed una tradizione di questo genere ha addirittura il dovere morale di cercare di impedire gli effetti devastanti della diaspora in atto. Ma la legittimità e la doverosità degli sforzi diretti alla riaggregazione non possono far dimenticare il carattere limitativo del fattore identitario con cui si vorrebbe chiamare a raccolta la cosiddetta destra diffusa.
Non a caso Francesco Storace e gli intellettuali guidati da Marcello Veneziani si rivolgono «a chi ha creduito nella Destra, a chi è reduce dall'avventura di Futuro e Libertà, a chi è uscito dal Popolo delle Libertà per dare vita a Fratelli d'Italia ed a chi nel Pdl ci sta ancora ma in condizione di minorità». L'identità a cui fanno riferimento, infatti, è quella limitata nel tempo e nei valori della generazione che realizzò la grande operazione di passaggio dal post-fascismo antististema del Movimento Sociale Italiano alla destra di governo rappresentata da Alleanza Nazionale. Ed è ferma a quella fase ed a quella generazione. E che, se dovesse essere il fattore di recupero dalla diaspora seguita non tanto alla fusione di An con il Pdl quanto alla implosione della destra del centro destra a causa del personalismo irrealistico di Gianfranco Fini, provocherebbe una operazione di semplice ricompattazione di una generazione ferma alle idee della propria giovinezza ma carica della responsabilità di aver contribuito a far fallire la propria esperienza di forza di governo.
Naturalmente l'eventuale ritorno ad Alleanza Nazionale avrebbe il merito di bloccare l'emorragia di consensi verso l'astensione o la protesta sterile di Grillo, di occupare uno spazio politico che altrimenti finirebbe nelle mani di gruppi più o meno estremisti e comunque marginali, di ricucire un tessuto di relazioni e di solidarietà importante e da non disperdere. Ma questa sarebbe la strada per indirizzarsi verso un pezzo limitato della destra diffusa. Per coinvolgere l'intera area ci vuole il richiamo a valori ed a fattori identitari più ampi e più alti. L'identità nazionale, fattore indispensabile per gli Stati Uniti d'Europa, ed il rilancio delle libertà individuali come unico strumento di difesa dallo stato che ha burocratizzato la società rendendola oppressiva e prevaricatrice.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:52