Renzi e Grillo puntano alle elezioni anticipate

Se vale sempre la regola che il nemico del mio nemico è mio amico, non c’è dubbio che, sulla scia delle tensioni del Pdl per l’accelerazione del processo mediatico-giudiziario teso all’espulsione di Silvio Berlusconi dalla scena politica, si stia realizzando una singolare alleanza dei due soggetti più diversi della sinistra italiana. Matteo Renzi, che studia da Blair italiano e che propone il superamento del modello di partito caro alla tradizione cattolica e comunista italiane, è incredibilmente ma oggettivamente in perfetta sintonia con Beppe Grillo, l’ex comico che predica la necessità di fare piazza pulita del sistema di cui il Pd è il più strenuo difensore. Il terreno comune su cui personaggi così antitetici si incontrano non è solo quello dell’ostilità al governo delle larghe intese del duo Letta-Alfano o quello dell’interesse ad andare alle elezioni anticipate prima della fine dell'anno. È, soprattutto, quello della destabilizzazione in maniera radicale e definitiva del quadro politico della Seconda Repubblica.

Ad operazione fatta i due, ovviamente, prevedono di imboccare strade totalmente diverse. Renzi spera di sfruttare la probabile eliminazione giudiziaria di Berlusconi per avere la possibilità di allettare il proprio partito con la prospettiva di conquistare, in elezioni segnate dalla mancanza del ventennale avversario di centrodestra, il governo del Paese sull’onda di un sostanziale plebiscito. Grillo conta di fare altrettanto in seguito ad elezioni tenute in un clima di sconquasso totale con il Pdl evaporato, il Pd lacerato e Cinque Stelle pronta a catalizzare la protesta generalizzata di un Paese allo stremo e pronto a qualsiasi avventura pur di uscire dalla crisi. Il futuro, dunque, li divide. Ma il presente li rende fatalmente alleati. Perché entrambi vogliono mandare a casa Enrico Letta e le grandi intese. Entrambi pensano di poter colmare in qualche modo il vuoto che potrebbe essere lasciato dal Berlusconi massacrato da Procure, Tribunali e giornali. Ed entrambi hanno tutto l’interesse a creare le migliori condizioni per andare al più presto ad elezioni anticipate per capitalizzare a proprio vantaggio l’aggravarsi della situazione politica e sociale. Si può battere l’asse tra Renzi e Grillo? L’operazione è molto più difficile di quanto potrebbe sembrare a prima vista.

Perché l’eventuale caduta del governo di Enrico Letta trasformerebbe il prossimo congresso del Pd in una sorta di apoteosi per il sindaco di Firenze privo di credibili avversari interni. E perché, sempre nel caso della fine della attuale coalizione, Giorgio Napolitano non avrebbe alcuna possibilità di evitare le elezioni anticipate vista la ribadita volontà dei grillini di non ricercare intese di sorta con il Pd e di puntare alla caduta della Seconda Repubblica. Una speranza di bloccare questo infausto connubio, però, non manca. Non passa per la difesa ad oltranza dell’attuale maggioranza e del duo Letta-Alfano. Passa, invece, per la eventuale capacità del governo di realizzare concretamente il lavoro di riforme tante volte promesso e tante volte rimasto senza alcuna applicazione pratica. Per battere Renzi e Grillo, in sostanza, il Pdl deve difendere il Cavaliere senza compiere colpi di testa, il Pd deve isolare l’alieno che punta a smantellarlo e insieme debbono cercare di spegnere l’incendio politico e sociale su cui puntano i due antagonisti alleati non con il soporifero piccolo cabotaggio ma con qualche provvedimento capace di provocare forti traumi positivi.

Aggiornato il 09 aprile 2017 alle ore 15:16