
Ed ora la rottamazione nel P.d.L. per interrompere il declino, per non favorire la morte dell'antico sogno liberale e liberatorio mai realizzato, impedito dalla incapacità di semplici dichiaranti, ostacolato dai partiti e movimenti di stampo collettivista, respinto dai reazionari detentori degli oligopoli economici e finanziari. Per rompere il sistema politico-economico basato sulla prevalenza del "pubblico" a danno del "privato" diviene obbligatorio formare pattuglie di veri e grandi rivoluzionari capaci di contrastare e vincere sui nostalgici predicatori dello statalismo-burocratico, rompere le catene che impediscono la libera iniziativa, il libero mercato, l'intraprendenza degli uomini di talento, di favorire quanti hanno spirito di iniziativa, voglia di produrre, di innovare, di progredire.
Una guerra spietata contro ogni forma di assistenzialismo che alimenta l'inerzia dei lavoratori e degli imprenditori e consente a personaggi mediocri di gestire l'immenso apparato pubblico che genera inefficienza, illegalità, corruzione. Monopoli ed oligopoli pubblici, anche nella erogazione dei servizi più elementari dagli asilo nido, ai servizi sociali, alla assistenza sanitaria più semplice ed immediata, sono una metastasi dilagante che dilapida le risorse del Paese, frena lo sviluppo, condanna all’impotenza. Se la metà della ricchezza prodotta in un anno nel Paese ( PIL), 800 mld di euro, viene inghiottita dalla Pubblica Amministrazione, se non c'è ente pubblico, servizio pubblico che funzioni, se tutti gli enti pubblici da più di 40 anni non hanno i conti in ordine, se le risorse sono impiegate al 90% per pagare gli stipendi dei dipendenti, di cui solo la metà lavora, allora il decesso della gridata (nelle piazze) legalità, libertà, democrazia, efficienza, produttività, crescita economica è sicuro, inarrestabile, con la fine di ogni speranza di ripresa.
A chi spetta il compito del nuovo rinascimento a quelli che nei fatti ( le parole sono tutte belle e promettenti) si oppongono? Ai Vendola, ai Grillo, ai Di Pietro, ai Rodotà, ai Zagrebelsky, agli Onida, a quella pletora variegata di truffatori dell' informazione ( Floris, Travaglio, Santoro, Annunziata e tutta la compagnia dei suonatori di trombone) ai dipendenti giornalisti del "La Repubblica"; ai soci della cooperativa del “Il fatto quotidiano"? L'arduo compito spetta alla maggioranza degli italiani che una volta avevano sperato nella DC, nel partito liberale ed in quello repubblicano, e poi nel PSI di Craxi, Amato e Martelli e poi in Forza Italia, come pure nel P.d.L. Questa maggioranza degli italiani che non canta “bella ciao”, che è scettica nei confronti di quei pensatori che ripetono stancamente un inventario di idee irrealizzabili, pretende la soluzione dei problemi che non sono né di destra, né di sinistra, né di centro. Questa maggioranza di elettori chiede un punto di riferimento, qualificati personaggi che possano rappresentare le istanze dei molti che non chiedono solo diritti, ma assolvono molti doveri, che pretendono un vero segnale di responsabilità per risolvere gli enormi problemi del Paese, per salvare l'Italia. Sarà pure importante riformare la legge elettorale, di ridurre il numero dei parlamentari, regolamentare i partiti.
Il compito primo è abbattere l'apparato pubblico-burocratico che assorbe la metà della ricchezza prodotta da una parte degli italiani che lavora e produce, mentre un'altra metà è costretta nelle gabbia della struttura burocratica pubblica inefficace e improduttiva, costretta per mantenere il posto di lavoro a non esprimere tutto il potenziale lavorativo, tutta l'efficienza e l’esperienza maturata in strutture organizzative che mortificano la meritocrazia, il talento, la voglia di produttività (non è neppure possibile riequilibrare i carichi di lavoro ed il numero compatibile del personale negli uffici). Si tratta di rivoluzionare tutto il sistema della amministrazione pubblica, della amministrazione della Giustizia (effetti collaterali fondamentali per la crescita del Paese), di depotenziare quelle frange del sindacalismo italiano che sono dannose per la difesa del lavoro, che non si rendono conto di realizzare l'esatto contrario di quello che proclamano (l’occupazione non si crea andando in piazza). La rottamazione nel PdL serve anche per salvare il Cavaliere dalla potente lobby dei Magistrati di Milano. Si deve aprire una procedura di infrazione per deficit politico di alcuni dirigenti del PdL. Se mandiamo in prima serata Mara Carfagna e Lara Comi e come nominare Francesco Boccia Presidente della V Commissione Bilancio, Tesoro e Programmazione della Camera dei Deputati, che confonde i caccia F35, con gli elicotteri salvavita. Uno che in Puglia ha sempre perso con quel fenomeno di Vendola.
Ora cominciamo da Roma dove gli uomini del P.d.L. sono stati sconfitti da una piccola scossa magnitudo 0-1.9 (non cade neppure una tegola di un palazzo; può essere registrata solo mediante adeguati apparecchi). Il personaggio Marino, infatti, riesce a sprigionare una energia politica vicino allo zero, risultando un vantaggio insperato per gli avversari. Gianni Sammarco che a ridotto a pezzi il P.d.L. romano non deve ritornare a fare politica nel territorio, deve andare in un altro territorio, quello agricolo a coltivare zucchine. Come pure Vincenzo Piso, coordinatore del Pdl Lazio, il quale avrebbe dichiarato che così ci facciamo del male. Il male è già fatto, è ora di farsi curare. Ora, cari signori, come nelle aziende che si rispettano, si va a casa. Si cambia volto al partito, senza difese da parte dei maggiorenti nazionali. Anche gli elettori devo contare e se non contano nel partito di appartenenza, allora è meglio non votare. Non disperate, ci sono ancora buone notizie: "prostituirsi non è reato" ha deciso il TAR di Latina; l'addio alla toga di Ingroia; la compravendita tra i Parlamentari del MS5. Un'altra da tenere in debita considerazione riguarda la scelta di ricorrere a personaggi della c.d. " società civile" ( Hobbes, Locke, Rousseau, Hegel, Marx) che non sembra abbia dato prove brillanti.
Aggiornato il 09 aprile 2017 alle ore 15:45