Dinamiche grilline di dissoluzione

Credo che le crescenti turbolenze interne al Movimento Cinque Stelle, connotate da una litigiosità imbarazzante, non possano che accelerare il disfacimento della creatura politica fondata da Grillo e Casaleggio. E da questo punto di vista, l'eventualità di una serie di scissioni - auspicate da Bersani per tentare di rientrare nel gioco - rappresenterebbe la conseguenza logica di uno smottamento elettorale che sembra oramai irreversibile. Ovviamente, mancando sostanzialmente un riferimento di natura politico-programmatica, eccetto il solito "mandiamoli tutti a casa", risulta assai più agevole che altrove farsi una idea abbastanza chiara delle ragioni che da qui in avanti determineranno il comportamento e le scelte dei grilli presenti in Parlamento.

A guidare la linea dei dissidenti, il cui numero sta rapidamente aumentando, sarà soprattutto la percezione del calo di consensi del loro movimento. Un calo che se si confermermasse rovinoso, relegando il M5S ad un ruolo di pura testimonianza, renderebbe impossibile la rielezione della maggior parte dei deputati e dei senatori grillini i quali, sulla base del loro non-statuto, potevano almeno contare sulla possibilità di un altro mandato. Ma con la prospettiva di scendere a percentuali da prefisso telefonico, molti di questi miracolati parlamentari si sentiranno del tutto svincolati dalla ferrea disciplina interna imposta da Grillo e dal suo guru Casaleggio. Disciplina che, proprio in forza delle attuali difficoltà del M5S, ha cominciato ad allentarsi anche in virtù di alcune concessioni fatte dallo stesso Grillo.

Tuttavia, le "liberalità" del comico genovese non possono servire a tacitare il crescente mugugno delle sue truppe cammellate se quest'ultime arriveranno a maturare la certezza di non essere rieletti. Soprattutto se si avvicinasse lo spettro delle elezioni anticipate, parecchi dei paladini del cambiamento a cinque stelle, messa da parte la bandiera dell'antipartitismo, potrebbero andare in soccorso di future, sinistre maggioranze. D'altro canto, quando è in ballo la possibilità di prolungare la propria permanenza su una comoda poltrona democratica, l'unica legge che sembra contare, tanto nella vecchia che nella nuova politica, è quella del "menga". Con buona pace di tutti i populismi di questo disgraziatissimo Paese.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:50